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Elisio Croce, una storia che parte da Condove

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Elisio Croce

“Qui ci sono tutti gli amici di Elisio”, frase semplice e autentica quella con cui il sindaco Emanuela Sarti ha introdotto la serata dedicata a Elisio Croce, venerdì 13 luglio in biblioteca: “La sua è una storia valsusina che parte da Condove”, ha aggiunto Sarti.

Già, perché quasi tutti associano Elisio a Villar Dora, paese in cui ha vissuto per anni, dopo il matrimonio con Liliana seguito dalla nascita del figlio Luca (presenti venerdì in sala). Villar Dora è il paese di cui è stato sindaco e protagonista indiscusso di molte iniziative di volontariato. 
Ma la prima parte della sua vita, l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza Elisio le ha vissute, intensamente, proprio a Condove. ‘“A partire dal Gruppo di Azione Non Violenta, che oltre a Elisio Croce, vedeva personaggi del calibro di Achille Croce e don Giuseppe Viglongo”.
Dalla serata, dalla lettura di alcuni brani del libro (scritto a più mani ed edito da Morra) emergono i ricordi di chi ha frequentato pressochè quotidianamente Elisio Croce, come Oscar Margaira che descrive “Elisio come un uomo fuori dal tempo, anzi dai tempi in cui viviamo; un po’ sognatore, poeta e un ambientalista serio e fattivo come dimostrano le sue posizioni contro le opere inutili, le proteste davanti ai poliziotti al Seghino, le nottate a Venaus nel 2005 e alla Maddalena nel 2011. E poi le serate in Comunità Montana, il volontariato nella Croce Rossa, nei donatori di sangue. Un uomo che alle parole faceva seguire i fatti, che amava la gente, la vita e il suo paese”. 
Intanto sullo schermo scorrono le immagini della vita di Elisio: l’infanzia nelle mitiche Cà Neire, le case operaie che lui stesso ha descritto in un suo libro, le feste di borgate (dove Elisio appare con la sua fisarmonica), le escursioni in montagna. 
Una narrazione capace di commuovere e anche il sollecitare il sorriso . Come quando Luciano Midellino ha raccontato l’avventura, vissuta con Elisio quando avevano più o meno 16 anni, dell’escursione invernale al Rocciamelone, avvenuta all’insaputa dei genitori.”C’era un freddo pazzesco, intorno ai meno venti gradi, ma noi siamo saliti lo stesso. Da Susa a Cà d’Asti, poi fino alla Croce di Ferro e quando abbiamo visto il busto di Re Vittorio ci siamo accorti che ormai ce l’avevamo fatta e siamo arrivati in vetta, ai piedi della statua della Madonna. Nelle boracce il vino era congelato, le arance e i mandarini erano pezzi di ghiaccio. Siamo scesi a Susa, abbiamo preso il treno e siamo tornati a casa. Infreddoliti e stanchi morti’. 
Quello che emerge è il racconto di un uomo poliedrico. Impossibile elencare tutto: artista, scrittore, musicista, commediografo, attore, politico (è stato anche presidente del Conisa), militante ambientalista. 
Hanno provato a descriverlo Gabriella Tittonel (“La caratteristica più importante di Elisio era l’attenzione all’altro”), l’editore Morra (“abbiamo pubblicato sei suoi libri, non poteva mancare l’ultimo dedicato a lui”),
Gigi Richetto (‘”a sua era un’umanità radicale, vissuta nella sofferenza e nella speranza; aveva una forza che derivava dalla verità che non era proclamata ma vissuta. E poi era un cattolico nel senso etimologico del termine, ossia universale” ) .
Tante testimonianze intervallate dai Sundaùr ‘d Moce. E mentre scorrevano le note pareva di vedere, in mezzo a loro, Elisio con la sua inseparabile fisarmonica. 
Immancabili le lacrime di nostaglia, accompagnate dai sorrisi per aver conosciuto un uomo così.
BRUNO ANDOLFATTO

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