Chiomonte. Bar danneggiato dai vandali La colpa? Servire colazioni…
Ancora Chiomonte nel mirino. Questa volta ad essere “colpito” non è il cantiere Tav ma il bar Paprika, la cui titolare, Lucrezia Bono, agli occhi degli ignoti protagonisti del raid vandalico sarebbe colpevole di essere un “Giuda” che “svende la valle per 30 caffè”.
Per sanzionare un simile “misfatto”, i teppisti, nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 hanno tagliato le tende esterne del bar, imbrattato i vetri esterni con scritte e preso a mazzate la vetrina dell’ingresso principale dell’esercizio. Il bar, secondo gli autori dell’atto vandalico, sarebbe stato “punito” per aver servito colazioni e caffè ai lavoratori impegnati nel cunicolo esplorativo di Chiomonte.
I vandali non si sono fermati al bar ma hanno proseguito la loro spedizione punitiva imbrattando i muri di alcune case che ospitano i lavoratori del cantiere con le scritte “Qui vivono i devastatori della valle” e “la valle venduta per trenta denari”.
Non è sfuggito che il fatto sia accaduto pochi giorni dopo l’assoluzione di Erri De Luca, lo scrittore accusato di istigazione a delinquere per avere sostenuto che la “Tav va sabotata”. Valutazioni da cui la titolare del bar si tiene ben alla larga: “Facciamo solo il nostro lavoro.
Nel nostro bar serviamo tutti senza chiedere se sono No Tav o si Tav. Qui ad essere colpita è una famiglia”, commenta Lucrezia Bono, che è anche consigliera comunale di Chiomonte e ha ricoperto la carica di presidente dell’associazione dei commercianti e degli imprenditori chiomontini Imprendoc. Niente poteva far immaginare un’azione del genere, aggiunge la titolare del Bar, “tanto che nei mesi scorsi ho addirittura disdetto la polizza assicurativa contro gli atti vandalici”.
Il giorno dopo sono parecchi a testimoniare vicinanza e solidarietà alla giovane colpita dall’atto vandalico. A far visita al bar anche il sindaco di Chiomonte Silvano Ollivier e il consigliere regionale del Pd Antonio Ferrentino: “I vigliacchi che hanno vandalizzato il locale non hanno ottenuto nessuno degli obiettivi che si erano prefissi. Lucrezia – dichiara Ferrentino – è una giovane e bella ragazza con due bimbi piccoli ma è anche, e soprattutto, una bravissima e determinata imprenditrice. I delinquenti pensavano di intimidire ma, se saremo tutti solidali, Lucrezia ne uscirà ancora più determinata ad impegnarsi per la sua e le altre attività economiche di Chiomonte I danni mi auguro le vengano rimborsati dal fondo regionale e noi tutti dobbiamo moltiplicare l’impegno ad essere presenti a Chiomonte e ribadire che questi sono metodi mafiosi che vanno respinti anche con la presenza fisica oltre che politica e istituzionale. Ai sindaci, agli amministratori comunali e regionali, ai parlamentari, alle organizzazioni sindacali e datoriali l’invito a salire a Chiomonte a prendere un ottimo caffè al bar di Lucrezia”.
Un appello che, nei giorni successivi è stato raccolto da parecchie persone.