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Valanga sui monti di Cesana. Due morti. Uno dei due è Luca Prochet, guida alpina di Briançon

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Luca Prochet, una delle due vittime

Due persone sono morte stamattina a Cesana Torinese, a causa di una valanga che intorno alle 10 si è staccata in località Terra Nera a circa 3000 metri. Sul posto è intervenuta la Guardia di Finanza e i soccorritori del 118. Una persona è stata estratta viva e trasportata a Susa dall’elisoccorso
Una delle due vittime è una guida alpina. Si tratta di Luca Prochet, 53 anni, residente a Briancon (Francia), fino al 31 dicembre scorso direttore regionale della scuola tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese. 

Quando si è staccata la valanga l’uomo svolgeva il suo mestiere di

guida alpina accompagnando un gruppo in eliski nella discesa fuoripista del monte Terra Nera. Il gruppo di sciatori era dotato di tutte le misure di sicurezza, artva, zaino airbag.
“Tutto il soccorso alpino é sconvolto da questa disgrazia – commenta Aldo Galliano presidente regionale del Sasp – ed il pensiero va alla moglie e ai due figli”. La seconda vittima sarebbe uno sciatore francese di cui non e’ stata resa nota l’identità.

“Evento imprevedibile” secondo il Soccorso Alpino

La slavina che si e’ abbattuta sul gruppo degli sciatori in Valle di Susa, facendo due vittime, “e’ stato un evento imprevedibile”. E’ l’opinione di Dario Jannon, responsabile del Soccorso Alpino della Valle di Susa, che oggi e’ stato sentito alla caserma dei carabinieri di Cesana. “Questa mattina un gruppo di esperti, maestri di sci e guide alpine, avevano effettuato un sopralluogo e quella valle era stata considerata idonea per le escursioni”.
La slavina aveva un fronte di 200 metri ed e’ scivolata per 450 metri, travolgendo un gruppo di otto sciatori: due sono morti per i traumi subiti, due sono stati feriti in modo lieve, gli altri quattro sono rimasti illesi. A dare l’allarme sono stati altri sciatori che hanno prestato i primi soccorsi.


Il cordoglio dell’Uncem: “Necessaria la massima attenzione sul grado di rischio umano e sui mezzi utlizzati”

Profondo cordoglio dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani) per le persone che hanno perso la vita travolte da una slavina oggi a Cesana Torinese. Un bilancio gravissimo – che ci auguriamo non si complichi – in un anno funestato da molti, troppi, incidenti, causati da un improvvido rapporto con la montagna, unito probabilmente a una sottovalutazione dei rischi. Questi sono i mesi più difficili nei quali le piste sono ancora molto affollate, mentre fare fuoripista comporta dei rischi altissimi legati all’andamento delle temperature nel corso della giornata e allo stato del manto nevoso. 
Non spetta certamente a Uncem attribuire responsabilità, neppure dopo questo ennesimo incidente, ma lo ripetiamo anni: la montagna non è un parco giochi, non è l’appendice ludica della città, non va sottovalutata per conformazione, necessità, rischi, condizioni. Tutti sappiamo benissimo che l’economia della neve, in molti distretti alpini della nostra regione, è fondamentale, è la principale fonte di reddito per quei Comuni, ha numeri che sfidano la crisi, in crescita. Le disgrazie sono molto legate al rischio umano – spesso sottovalutato, non ascoltando le indicazioni e le restrizioni di enti, associazioni, esperti dei territori – ma anche a un uso improprio e non sempre opportuno di diversi mezzi tecnici il cui impiego dovrà essere opportunamente normato e rianalizzato alla luce di queste tragedie. Sull’eliski il dibattito tra favorevoli e contrari prosegue da diversi anni, è stato condotto anche di fronte alla giustizia amministrativa (con ricorsi e controricorsi sulle leggi); vi è inoltre uno stato diverso di uso nelle regioni italiane. Anche la situazione normativa – ogni regione ha le proprie indicazioni e possibilità – ci fa dire che serve un’armonizzazione nelle politiche per la montagna – sul fronte economico, istituzionale, ludico-sportivo – a livello nazionale, intellettualmente onesto e collegato a quanto avviene in Europa lungo tutto l’arco alpino.

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