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Riparte la Beltrame di San Didero. Il forno non si accenderà più ma sono confermati i due laminatoi. I lavoratori non scenderanno a 80 ma saranno almeno 113

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Lavoratori Beltrame in assemblea

Nei mesi scorsi c’è stato chi l’ha dato come agonizzante, se non proprio morto. E invece no: lo stabilimento Beltrame di San Didero continuerà a vivere.
Ad annunciarlo oggi, venerdì 20 febbraio, è l’amministratore delegato del del Gruppo Beltrame, Riccardo Garrè. “Ci sarà un significativo consolidamento dell’attività produttiva presso il sito di San Didero, dove attualmente operano 116 lavoratori“, si legge in un comunicato del Gruppo vicentino. 


L’annuncio fa seguito all’incontro avvenuto con le organizzazioni sindacali lo scorso 16 ottobre 2014 presso lo stabilimento. In quell’occasione Riccardo Garrè chiese qualche mese di tempo per fare tutte le valutazioni necessarie prima di definire l’effettivo destino del sito valsusino. In particolare, fu comunicata la necessità di confermare nella sostanza il piano industriale del Gruppo Beltrame per gli anni 2013-2017, che prevedeva nel 2015, per il sito di San Didero, oltre alla conferma dello spegnimento definitivo del forno dell’acciaieria, una riduzione radicale e progressiva delle attività produttive nei due laminatoi, con un budget produttivo di poche decine di migliaia di tonnellate. Questo avrebbe comportato per il sito il mantenimento di un organico massimo di 80 unità da gestire attraverso il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali con la prospettiva, tutt’altro che impossibile, di una chiusura completa dell’attività produttiva alla fine del 2015.

Garrè però, sempre durante quell’incontro, (“in maniera molto

pragmatica e senza promettere nulla”, specifica il comunicato), espresse la volontà di valutare soluzioni alternative finalizzate a comprendere fino in fondo se ci fossero i presupposti commerciali ed industriali per un consolidamento sostenibile e duraturo delle attività produttive dei laminatoi di San Didero, nell’ottica della creazione di valore per il Gruppo e della salvaguardia dell’impiego.

Questo rilancio si sarebbe dovuto concretizzare attraverso due direttrici: da un lato, lo sviluppo di prodotti di qualità a più alto valore aggiunto complementari rispetto al core business dell’azienda, rappresentato dalla produzione e vendita di laminati mercantili, dall’altro, l’integrazione della gamma di prodotti tradizionali a supporto dei siti di Vicenza e di Trith Saint Leger (Francia), con l’obiettivo di allargare la disponibilità dei profili a magazzino e favorire le vendite complessive del Gruppo.

Fu chiarito fin da subito che tale rilancio non poteva in ogni caso prescindere da un budget 2015 con risultato economico soddisfacente e da una gestione industriale impeccabile per quanto attiene all’efficienza produttiva, all’attenzione da porre alla qualità dei prodotti ed al contenimento dei costi.

“In coerenza con quanto anticipato nell’incontro del 16 ottobre e a seguito di numerose verifiche commerciali ed industriali”, la Beltrame informa che “il piano 2015, presentato oggi dal Gruppo Beltrame alle OO.SS., prevede per il sito valsusino uno scenario migliorato rispetto a quanto previsto inizialmente, con un sensibile incremento del budget di produzione e di vendita, con il mantenimento di un organico di almeno 113 unità (al di sopra delle 80 unità previste inizialmente) e con una buona saturazione complessiva dei due laminatoi. L’obiettivo sarà quello di perseguire un equilibrio economico nell’anno 2015 per verificare che esistano i presupposti per un ulteriore consolidamento delle attività produttive dei due laminatoi negli anni successivi”.

“Al fine di favorire l’obiettivo di contenimento dei costi funzionale al piano di consolidamento della produzione dei due laminatoi nel 2015, i sindacati e i rappresentanti sindacali aziendali, con grande senso di responsabilità, martedì 17 febbraio hanno siglato un accordo con l’azienda presso Confindustria di Torino, avallato dall’assemblea dei lavoratori, che prevede l’interruzione per l’anno 2015 della corresponsione di una parte degli elementi retributivi non previsti dal vigente contratto nazionale di lavoro, con possibilità di recuperarli alla fine dell’esercizio in caso di ottenimento da parte dello stabilimento di risultati economici e produttivi soddisfacenti”

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