Caro Papa…..Beppe Giunti scrive a Ratzinger
CARO PAPA, EX PAPA, VESCOVO EMERITO DI ROMA, CARO FRATELLO VESCOVO DIMISSIONARIO.
13 Febbraio 2013 · Nessun Commento
Caro Vescovo Ratzinger, caro Vescovo emerito di Roma (se sarà corretta questa espressione ce lo diranno a breve i giuristi),
questa mattina celebrando l’Eucaristia del Mercoledì delle Ceneri il cuore mi ha suggerito di scriverti due righe, con affetto, stima e schiettezza.
Molti anni fa, quando eri Prefetto della Congregatio pro Doctrina Fidei, ex Sant’Uffizio, prendesti un provvedimento disciplinare contro un mio caro confratello ed amico, compagno di studi durante il percorso universitario, fra Josef Imbach; motivi di fedeltà al dogma fu scritto, a proposito di alcuni racconti di miracoli di Gesù, e venne sospeso dall’insegnamento nella Pontificia Facoltà Teologica san Bonaventura. Il modo, le motivazioni, la conoscenza della sua fede e della sua passione didattica e del suo dedicarsi alla divulgazione teologica con libri, conferenze, trasmissioni radio, incontri personali, tutto mi fece vivere un momento di sconforto e dolore. La purezza della fede si difende con un tribunale, all’interno del quale poi non vigono le stesse normative enunciate dal Magistero in innumerevoli documenti sul diritto alla difesa, alla fama, etc etc ? Mi chiedevo, e mi confermai nell’idea che il Vangelo, oggi e non nel 1542, non abbia bisogno di gendarmi, di difensori, ma solo di testimoni e di annunciatori.
Illusione, mancanza di buon senso politico, sottovalutazione dei pericoli per il popolo di Dio? Forse.
Ora la tua decisione. Nel cuore provo stima e coltivo una speranza. Stima per la tua scelta presa in solitudine, in coscienza davanti a te stesso e a Dio. Tuo fratello, in una intervista di ieri, ha detto candidamente che non ne hai nemmeno parlato con lui, semplicemente glielo hai detto, comunicato. Avevi deciso in solitudine.
Proprio mentre andavi su twitter decidevi di andare via. Fantastico! Grazie.
Nutro una speranza, che la Chiesa, la mia Chiesa che mi ha accolto e nutrito, sculacciato e coccolato, la mia Madre Chiesa trasformi questo avvenimento in una occasione per:
1. dimagrire la Curia Romana riducendone il potere all’essenziale e riprendendo una concezione ecclesiale di comunione e collegialità;
2. tagliare i legami con il potere economico e politico, specie in Occidente;
3. assumere l’Evangelizzazione, nuova nello zelo, come criterio assoluto dei suoi progetti;
4. interrogarsi sulla propria collocazione sociale rispetto ai poveri, riesaminando simboli, proprietà, titoli alla luce del Vangelo e non della convenienza, senza paura;
5. aggiornare la comunicazione, verbale e non verbale (per es. come si fa a parlare di poveri e solidarietà stando vestiti come principi del rinascimento, con parole e toni di voce che somigliano ai sussurri di novizie tremebonde e non alla voce squillante di Giovanni Battista?).
Ho pregato per te, caro fratello anziano e oggi esemplare, e chiedo a tutti di farlo ancora. Ma più ancora ho pregato per la nostra Chiesa che hai servito, come meglio potevi e sapevi, e che può cogliere nel tuo gesto un’occasione per ringiovanire. Sì, la decisione di un vecchio perché torni la giovinezza.
Ti abbraccio, senza baciare la sacra pantofola, gesto che non si fa più, vero?
f b
Caro GiuseppeCredimi, per puro caso sono finito su questa pagina e condivido tutto ciò che dici (eccetto l'elogio che mi fai).Proprio in queste settimane tengo un corso sui miracoli nel Nuovo Testamente presso l'Università per anziani a Lucerna (ove non ho bisogno di una venia legendi).Stammi bene, caro Giuseppe, continua la tua strada, difendi le tue convinzioni come hai sempre fatto.Tanti e cari salutiJosefimbach45 at hotmail.com
E no caro Josef, se c'è una cosa che ho imparato dal basso della mia Cristiana Francescanità è che le cose non capitano mai per caso…. E' Dio che le Vole!!!! E un prefetto certe cose le sa?!?! E a Te Giuseppe Che dire Dopo Francesco un Bel Frate della Val di Susa ce lo vedrei proprio bene a Roma!!!!!!!! Un'abbraccio!!!