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Il Gruppo Lucchini commissariato. Incertezza sul futuro della Vertek. Lo stabilimento condovese punta a svincolare i propri destini da quelli di Piombino

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CONDOVE – E’ Piero Nardi il commissario straordinario cui spetterà il compito di ristrutturare il gruppo siderurgico Lucchini di cui fa parte lo stabilimento Vertek di Condove. La nomina è stata ufficializzata il  21 dicembre, dopo che l’azienda aveva depositato ufficialmente in mattinata, presso il tribunale di Livorno, la richiesta di amministrazione straordinaria, ai sensi della legge Marzano. Analoga domanda è stata inoltrata al ministero dello Sviluppo economico. Nardi (68 anni) ha un ragguardevole pedigree siderurgico, essendo stato in passato amministratore delegato proprio di Lucchini e, tra i vari incarichi, direttore generale dell’Ilva dall’1987 al 1993.  Nardi dovrà garantire la continuità produttiva di un’azienda strategica per l’industria italiana e, al tempo stesso, individuare le soluzioni per dare prospettive occupazionali stabili. Entro 15 giorni dalla nomina, il tribunale dovrà ratificare la decisione del Ministero dello Sviluppo Economico, accertando il possesso da parte del gruppo dei requisiti necessari per accedere alla legge Marzano (alla procedura possono accedere solo imprese con un organico di almeno 500 dipendenti e con un debito di almeno 300 milioni per le quali sia doveroso tentare una ristrutturazione economica finanziaria e un recupero).
Una volta insediato, Nardi avrà ampi poteri di gestione della società, in coordinamento con il ministero, e avrà sei mesi di tempo per elaborare un piano di ristrutturazione e di rilancio, che sarà sottoposto all’approvazione del Tribunale.

La Vertek di Condove

Lucchini è oggi formalmente di proprietà del colosso russo dell’acciaio Severstal. Di fatto da ormai un anno le sorti dell’azienda sono nelle mani del pool di banche che ha partecipato al consolidamento del debito verso gli istituti finanziatori. Un mese e mezzo fa il gruppo industriale svizzero Klesch aveva trasmesso un piano preciso per una possibile acquisizione. Ma la trattativa non è mai decollata. “Ora inizia una fase nuova”, dicono le organizzazioni sindacali che si attendono garanzie e prospettive sul piano produttivo e occupazionale. Il debito del gruppo Lucchini (il laminatoio condovese, Vertek con i suoi 94 lavoratori è un piccolo satellite di un gruppo che ha il suo centro a Piombino con 2100 addetti a cui si aggiungono a Ferriera di Servola, in provincia di Trieste, con 500 lavoratori e un altro laminatoio in provincia di Lecco con 80 dipendenti) ammonta a circa 650 milioni di euro, di cui un centinaio riconvertiti a novembre attraverso strumenti finanziari partecipativi. Nelle casse della Lucchini rimangono poco meno di 100 milioni, di cui una cinquantina riconducibili a Tfr e ad altre voci indisponibili. Nel 20011 l’azienda ha chiuso il bilancio con una perdita di 59,5 milioni, e un patrimonio praticamente dimezzato. Ad agosto 2012 l’azienda conteggiava una perdita di 64,1 milioni e, per ammissione dello stesso Cda, negli ultimi mesi si sono accumulate ulteriori perdite a un ritmo di 10-15 milioni di euro al mese.

Giuseppe Florio

In valle di Susa, la preoccupazione dei 94 lavoratori dello stabilimento condovese si erano fatte sentire fin dal 7 novembre quando avevano manifestato davanti ai cancelli della Vertek insieme ai sindaci di Condove, Vaie e Caprie. . “Il destino dell’intero gruppo – aveva detto Giuseppe Florio, Rsu Fiom – è nelle mani di un pool di banche capeggiato dal Monte dei Paschi di Siena. Nel febbraio 2010 eravamo nelle mani dei russi della Sevestal che, a un certo punto, han deciso di lasciare tutto nelle mani di un magnate russo, tal Alexey Mordachov che ha retto la situazione per un po’ di tempo”. E poi? “Poi il debito è cresciuto sempre di più e il pool di banche ha preso in mano la situazione”.  Ai lavoratori condovesi non manca l’appoggio delle istituzioni locali che, però, possono fare ben poco: “E’ difficile capire che cosa possiamo mettere concretamente in campo”, diceva il sindaco Listello a inizio novembre. “Il cuore del problema è a Piombino. A Condove si lavora sui semilavorati e bisognerebbe valutare se questo stabilimento ha la capacità di immaginare un proprio futuro a prescindere dalle sorti del Gruppo Lucchini”. Proprio il commissariamento straordinario della Lucchini a questo punto potrebbe favorire l’ipotesi di svincolare la Vertek dal Gruppo, aprendo per lo stabilimento condovese un futuro produttivo autonomo . Bisogna però trovare uno o più imprenditori disponibili ad acquisire lo stabilimento dove un tempo c’era la vecchia “Monce”. E perché questo si realizzi Regione e Provincia devono fare la loro parte giocando tutte le carte a disposizione. La partita è appena all’inizio.

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