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Pendolari e treni locali: va sempre peggio!

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 La velina regionale atterra sul desk dei redattori dei giornali sul far della sera di martedì
E recita così. “L’assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino sta seguendo ora dopo ora la situazione della rete ferroviaria regionale, al terzo giorno dall’introduzione del Servizio Ferroviario Metropolitano”. Segue dichiarazione dell’assessore: “Gli indici di puntualità dei treni regionali sono in miglioramento. La task force Regione-RFI-Trenitalia continua a monitorare la situazione in tutta la rete. La media di puntualità dell’Sfm è all’83%”
Insomma, così va (o sembra andare) la rivoluzione copernicana del servizio ferroviario metropolitano.
 

Freccia Rossa e treni locali, due facce della stessa medaglia

E in valle che succede? A rispondere è Matilde Lanfranco, dipendente del Conisa, “costretta” a spostarsi periodicamente sui binari tra Condove e Susa: “Succede che le soppressioni e i ritardi sono continui. E tra i pendolari c’è rabbia mista a indignazione e rassegnazione”. L’ultimo episodio giovedì 6 dicembre. Quando un treno del mattino da Susa è stato improvvisamente soppresso”. Una volta tanto, però, non per motivi “tecnici” ma a causa (almeno così è stato riferito da Trenitalia) di un furto di rame lungo la linea. Il problema? “Che non è stato un episodio. Le soppressioni di treni si ripetono. Spesso per guasti al materiale rotabile. E succede almeno una volta alla settimana”. I pendolari, spiega Lanfranco, non ne possono davvero più. “Soppressioni e ritardi a parte, ci troviamo a fare i conti con carrozze sporche, porte che non si aprono, riscaldamento che non funziona. E poi macchinette per i biglietti e obliteratrici nelle stazioni che nove volte su dieci son rotte”.
E’ la quotidiana odissea dei pendolari, alle prese, affermano “con un servizio degno di un paese sottosviluppato”. E’ il risultato della finta privatizzazione delle ferrovie che fa rimpiangere la vecchia gestione pubblica: “Alcuni lavori sono stati dati in appalto a cooperative che non fanno altro che sfruttare la gente – spiega Lanfranco – e i risultati si vedono ogni giorno. Non viene più effettuata una manutenzione del materiale rotabile degna di questo nome e i locomotori si rompono, le porte interne ed esterne si bloccano. E la gente si arrabbia”. Fino a quando sopporterà?

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