Proteste e blocchi stradali. L’ipoteca No Tav sul turismo
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Anche il 7° anniversario dei fatti di Venaus del 2005, l’8 dicembre, è coinciso con un ponte dell’Immacolata violato da scontri, incendi, blocchi stradali e guerriglia. Con le solite azioni di disturbo al cantiere di Chiomonte ma anche sull’autostrada Torino-Bardonecchia, bloccata per alcune ore nel tratto tra Susa e Oulx proprio nel giorno del via alla stagione turistica invernale delle montagne olimpiche.
Alcune centinaia di persone, infatti, sono partite dal campo sportivo di Giaglione e, aggirando numerose protezioni poste dalle forze dell’ordine, hanno raggiunto le reti del cantiere.
Nel frattempo una cinquantina di manifestanti occupavano l’autostrada in prossimità di due gallerie, la Serre-la-Voute e la Cels, posizionando e poi incendiando masserizie sulla sede stradale. A quel punto la polizia è stata costretta a chiudere l’autostrada per effettuare le operazioni di bonifica.
Un copione già visto che però, quest’anno, ha appena turbato l’avvio della stagione turistica invernale 2012-2013: “Per fortuna stavolta – sottolinea Alessandro Perron Cabus, operatore turistico di Sauze d’Oulx – i fatti sono accaduti quando i turisti erano ormai arrivati e sciavano in tutta tranquillità”. Nulla a che vedere, quindi, col lungo blocco sulla A32 nei dintorni di Susa dell’anno scorso. No Tav a parte, quindi, la stagione dello sci è iniziata nel migliore dei modi: piste innevate, freddo quanto basta, tanti sciatori. Per una stagione che, nonostante la crisi, si annuncia strepitosa. Almeno così sperano albergatori e gestori degli impianti.
Ma il problema di immagine rimane. “Siamo alle solite – sottolinea Perron Cabus – ancora una volta il biglietto da visita della valle è quello della guerriglia, dei blocchi, degli scontri. E le istituzioni dovrebbero fare qualcosa. Se io e lei domani mattina ci mettiamo a bloccare il traffico su strade e autostrade vengono a prenderci, ci arrestano, ci portano via… e fanno bene. Perché a questi qua non succede?”. Per non parlare delle telefonate preoccupate che continuiamo a ricevere da chi desidera venire sulle nostre piste: “Vogliono sapere se, in caso di blocchi stradali o di danni subiti, verranno in qualche modo compensati. Davvero non è un bel modo di lavorare. Bisognerebbe trovare il modo di far smettere questa protesta che ormai non ha alcun senso. Perché, tra l’altro, ha perso quel po’ di consenso che aveva fino a qualche anno fa in alta valle. Oltretutto mi pare che tra coloro che hanno bloccato l’autostrada questa volta i valsusini fossero davvero pochi”.
Diretto il commento lasciato su Facebook da Luca Olivero, gestore degli impianti del Frais: “Gentili signori notav, avete di nuovo fatto chiudere le strade della valle di Susa. Luoghi come il Frais, che danno da mangiare ad un sacco di persone (tante peraltro contrarie al Tav) hanno subito la vostra alterigia. Avete rotto e sarebbe ora che vi denunciassimo. Adesso basta!”
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di S.Antonino e consigliere provinciale Antonio Ferrentino: “Da sempre il ponte dell’immacolata rappresenta l’inizio della stagione dello sci, momento importante per l’economia della valle di susa. Quest’anno 50 ( cinquanta ) antagonisti-no tav hanno bloccato proprio l’otto dicembre l’autostrada Torino Bardonecchia procurando un notevole danno al territorio”. E Ferrentino invita a evitare ogni analogia con la data, “richiamata a sproposito, dell’8 dicembre 2005, quando,dopo una improvvisa e ingiustificata azione violenta delle forze dell’ordine a Venaus,un’intera valle si ribellò dapprima con uno sciopero che coinvolse totalmente fabbriche, uffici e scuole e poi con l’organizzazione di una imponente manifestazione di popolo che ritornò ad occupare l’area del cantiere di Venaus”. E’ proprio Ferrentino a informare su un episodio sgradevole accaduto a Bussoleno “dove sono stati affissi ignobili manifesti che riportavano in bella evidenza il nome e cognome di un imprenditore edile valsusino che ,per assicurare lo stipendio ai propri lavoratori, ha giustamente accettato di lavorare a Chiomonte nel cantiere del tunnel geognostico della Torino-Lione. Frasi assurde,cariche di odio, e indegne di violenti che si nascondono nell’anonimato perchè non hanno il coraggio di firmare le proprie nefandezze”