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La Regione approva il nuovo ordinamento degli enti locali. Sparisce la Comunità Montana, rimane la Provincia, salvi i Consorzi Socio Assistenziali

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La Comunità Montana non esiste più. La ha deciso mercoledì il Consiglio Regionale del Piemonte che ha approvato il disegno di legge n.192 di riforma degli enti locali.
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Il testo integrale della Legge Regionale 

Le nuove norme assegnano un ruolo centrale al Comune, primo referente nell’erogazione dei servizi ai cittadini, e alla Provincia come ente di gestione delle funzioni di area vasta

La legge recepisce le indicazioni del decreto 95/2012 (la cosiddetta “spending review”) che obbliga i piccoli Comuni alla gestione associata delle funzioni fondamentali.
 
Il provvedimento cancella quindi le attuali Comunità Montane, a favore dell’Unione dei Comuni montani.
 
La soglia minima di 10mila abitanti per consentire la gestione associata, prevista dalla normativa statale, viene abbassata a 3 mila per i Comuni di montagna e 5 mila per quelli di pianura.
 
Si prevede inoltre la possibilità di gestire in forma associata la funzione socio assistenziale anche attraverso la forma di consorzi, che dovranno garantire una limite minimo di 40 mila abitanti di riferimento. La legge regionale in questo senso non fa altro che recepire un ordine del giorno, presentato dal parlamentare del Pd Luigi Bobba e approvato dalla Camera dei Deputati, nel quale si stabilisce che tra le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, sono ricompresi anche i consorzi che operano nel campo associando molti Comuni. La soppressione dei Consorzi, secondo molti, non sarebbe stata giusta, si sarebbe rivelata  antieconomica, e soprattutto avrebbe comportato un percorso, lento, complicato ed una difficile gestione. Si salvano quindi i  consorzi socio-assistenziali, e sul territorio della Valle di Susa il Conisa potrà continuare ad agire a favore delle fasce deboli e dei minori.

Le principali novità

La legge, nell’ottica della semplificazione amministrativa e del contenimento della spesa pubblica,si pone l’obiettivo del riassetto dei livelli di governo del Piemonte, individuando negli Enti locali previsti dalla Costituzione i destinatari del conferimento delle funzioni amministrative che non necessitano di un esercizio unitario a livello regionale.
L’articolo 19 del decreto 95/2012 statale (la “spendingreview”) ha ridefinito le funzioni fondamentali, che sono: organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria econtabile e controllo; organizzazione dei servizi pubblici; catasto; pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale; pianificazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi; organizzazione e gestione dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti e relativi tributi; ediliziascolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale; tenuta dei registri di stato civile. 
I Comuni dovranno gestire in forma associata 3 di queste funzioni entro il 1° gennaio 2013 e le altre entro il 1° gennaio 2014. 

Limiti minimi demografici. Per la gestione associata delle funzioni obbligatorie, il Piemonte abbassa la soglia demografica prevista a livello nazionale (10 mila abitanti) e la fissa a 3.000 per la montagna e la collina e a 5.000 per la pianura.
Rispetto alla proposta iniziale è stato elevato a 40.000 il limite minimo per la funzione sociale.
Consorzi socio-assistenziali. Si stabilisce la possibilità di gestire in forma associata la funzione socio-assistenziale anche attraverso la forma dei consorzi socio-assistenziali.
Unione e convenzione. La legge pone sullo stesso piano i due strumenti di gestione associata,unione e convenzione


Comunità Montane. Si trasformeranno in forme aggregative su volontà dei Comuni. La legge affida un ruolo all’assemblea dei sindaci, che sottoporrà ai Comuni una proposta di ambito territoriale, proposta che potrà essere approvata o modificata dagli stessi enti locali. Nel caso in cui tutti i Comuni appartenenti a una comunità decidano di costituire un’Unione montana non ci sarà soluzione di continuità né bisogno di un commissario per il riparto. Il commissario sarà invecenominato in tutti gli altri casi.  
Funzioni e fiscalità delle ex comunità Montane. Le funzioni gestite dalle Comunità Montane saranno riordinate e attribuite ai Comuni, che dovranno gestirle in forma obbligatoriamente associata. 
Prevista la fiscalità, che deriverà da una parte delle tasse prodotte nei territori montani.
Personale delle Comunità Montane. Sono stati accolti gli emendamenti delle organizzazioni sindacali. La Regione trasferirà le funzioni e il personale, insieme alle risorse finanziarie per sostenerli, alle nuove aggregazioni e incentiverà gli Enti locali che assumeranno il personale, non collegato a queste funzioni, con contributi economici, provvedendo anche alla loro riqualificazione.

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