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SINDACI ASSENTI A S.ANTONINO. LE LISTE CIVICHE “NO TAV” REPLICANO A SAITTA

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Abbiamo letto con sgomento e profonda preoccupazione le  gravi accuse del Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta. Lo stesso insinua che moltissimi Sindaci e amministratori valsusini non si sono presentati all’ inaugurazione di una struttura per anziani semplicemente perché sono no tav.


(le parole di Saitta)

L’inaugurazione della Raf a S.Antonino


In questo particolare momento in cui è necessario abbassare i toni non ci saremmo sicuramente aspettati da un rappresentante delle istituzione qual è il Presidente della Provincia di Torino un così fuorviante parallelismo

Innanzitutto ci teniamo a precisare che la RAF di Sant’Antonino non è una struttura per anziani, (come scritto nel comunicato originale del presidente della provincia – nota del blogger) bensì una struttura per disabili ed i Comuni, il Con.I.S.A. Valle di Susa e l’ASL, si sono impegnati da anni per la sua realizzazione per poter rispondere in parte ai bisogni delle famiglie e dei disabili valsusini. Il suo funzionamento non dipenderà quindi dal buon esito della sua inaugurazione ma dalle risorse e dalla capacità degli enti pubblici nella sua gestione.
La mancata presenza all’inaugurazione  è stata dovuta semplicemente perché alcuni di noi non lo hanno saputo o non hanno potuto parteciparvi. Riceviamo decine di inviti per eventi ed inaugurazioni ma considerato che ognuno di noi non vive di politica ed ha un normale e quotidiano impegno lavorativo che deve onorare, capita di dover lavorare in comune anche al sabato o nei giorni festivi e dedicare il  tempo rimanente anche ad altre cose, quali la famiglia, gli amici, come fanno tutte le persone normali. Inoltre nella lettera d’invito a firma del Sindaco di Sant’Antonino e del Presidente dell’Assemblea dei Sindaci del Con.I.S.A. Valle Susa non era comunicata la presenza né del Presidente della Giunta Regionale né del Presidente della Provincia. Ne avessimo avuto notizia sicuramente avremmo cercato di garantire comunque la presenza.


Abbinare il proprio pensiero sul TAV al criterio di scelta a quale inaugurazione partecipare è semplicemente offensivo e grottesco! 


La vera emergenza democratica non è nella mancata partecipazione ad una inaugurazione, ma piuttosto in certi atteggiamenti di alcuni rappresentanti delle istituzioni che cocciutamente si ostinano a non analizzare in modo trasparente e scientifico le ragioni del disagio e delle proteste dei cittadini, pensando di essere depositari della verità e quindi di essere legittimati ad effettuare qualsiasi tipo di scelta in nome di un progresso non meglio identificato.Possiamo comprendere che più passa il tempo più vengono seriamente a galla i dubbi e l’opportunità sulla realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Questo scoramento, però, non giustifica l’accostamento del movimento no tav alla “linea della paura a cui tanti amministratori si stanno pericolosamente adeguando”.
Pensi al pericoloso  adeguarsi ad una politica piatta, inconcludente, spesso corrotta, fatta di coalizioni di centro-destra-sinistra e di proclami e false promesse. Pensi ai diversi partiti (non tutti) che hanno  calpestato la sovranità espressa dal popolo che aveva chiesto di eliminare i contributi ai partiti.


Per ultimo il suo riferimento relativo a presunte liste di prescrizione che occupano i muri della valle o l’isolamento nei confronti dei si tav. ci sembra veramente inquietante e provocatorio.Nell’ultima fase della Roma repubblicana (I secolo a.C.), la proscrizione (che nel mondo romano indicava un avviso pubblico con cui si notificava la messa in vendita dei beni di un debitore) assurse a strumento di lotta politica. Divenne infatti un metodo di eliminazione di massa (con l’esilio o la soppressione fisica) dei rivali politici o dei nemici personali, i cui beni venivano poi incamerati dall’erario pubblico o utilizzati per pagare i soldati delle legioni.Non approviamo il metodo dei nominativi sul manifesto, resta però il fatto che in una economia capitalista non scelta da noi (e non comunista made in URSS come forse qualche nostalgico vorrebbe)  ci pare assolutamente normale che il cittadino sia soprattutto informato e quindi libero di fare o non fare ristrutturare la sua casa  da una impresa che lavora per il cantiere TAV. Così per qualunque altra prestazione di beni e servizi.


Cerchiamo di essere, se non seri, almeno razionali: non ci pare che l’accostamento sia reale e sostenibile.


Siamo certi che il Prefetto non ravvederà in questi atteggiamenti comportamenti di minaccia come sostenuto dal Presidente Saitta. Siamo invece sicuri che Sua eccellenza il  Prefetto sarà molto più sensibile ai casi di incendi dolosi subiti dai presidi valsusini, agli atti vandalici fatti sulle autovetture e alle vetrine di locali pubblici da alcuni appartenenti alle forze dell’ordine, ai bizzarri appalti TAV attribuiti a società poi rapidamente fallite nonché alle numerose infiltrazione della  ‘ndrangheta attribuite dalla magistratura  (e non dai comitati no tav) a molti cantieri dell’ alta velocità Torino- Novara- Milano.


Ci auguriamo di non dover mai più difenderci da parole e accuse così gravi espresse dal Presidente (pro tempore) della nostra Provincia a cui noi Sindaci e Amministratori (pro tempore) valsusini, riconosciamo legittimità e sovranità.


Il coordinamento Liste Civiche Valsusa

                                   

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