RISCHIO TERRORISMO
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Il sito internet de La Valsusa, lo scorso 23 febbraio, documentava l’audizione del Capo della Polizia Manganelli alla Camera.
Manganelli, metteva in luce il rischio di azioni terroristiche nelle settimane e nei mesi successivi.
Nei primi giorni di maggio, a Genova, l’attentato a un dirigente dell’Ansaldo, così documentato dal sito www.sussidiario.net
ATTENTATO ADINOLFI/ Dirigente Ansaldo gambizzato, rivendicazione degli anarchici del Fai Cellula Olga
venerdì 11 maggio 2012
L’attentato a Roberto Adinolfi, il dirigente della Ansaldo Nucleare di Genova gambizzato nei gironi scorsi, ha adesso una rivendicazione che potrebbe essere ufficiale. Dopo il documento a firma dei Nuclei proletari apparso qualche giorno fa e che però era stato appurato essere solo un documento di solidarietà co gli attentatori, adesso sembra che la pista anarchica seguita sin dall’inizio abbia trovato conferma. Un documento a firma Fai (Federazione anarchica italiana) infatti rivendica il ferimento del dirigente, che peraltro proprio oggi è uscito dall’ospedale. Gli inquirenti stanno comunque verificando il contenuto del documento per verificarne l’autenticità. Il volantino, lungo quattro pagine, è stato fatto avere al Corriere della Sera tramite la posta ordinaria: il timbro postale ha permesso di capire che la lettera era stata spedita dalla città di Genova, la stessa dove Adinolfi è stato gambizzato con la più classica delle tecniche del terrorismo rosso degli anni settanta. Dirigente del reparto nucleare dell’Ansaldo, Adinolfi viene accusato nel documento di aver sminuito l’importanza del disastro nucleare di Fukushima, citando una sua frase al proposito. «Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell’atomo dall’anima candida e dalla coscienza pulita» si legge nel testo. Adinolfi viene ritenuto uno die maggiori responsabili insieme all’ex ministro Scajola del ritorno del nucleare in Italia. Vengono quindi annunciate nuove azioni terroristiche contro dirigenti di Finmeccanica, di cui l’Ansaldo fa parte. Frasi che ovviamente non possono che mettere paura, leggendo un passaggio come «Con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l’obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato». Il gruppo della federazione anarchica si definisce Cellula Olga, con riferimento all’anarchica greca detenuta in carcere Olga Ikonomidou. La donna fa parte delle CCF (cospirazione cellule di fuoco/FAI. Il gruppo è l’ala armata e terroristica degli anarchici, facente parte della Federazione Anarchica Informale/Froten Rivoluzionario Internazionale. fuoco in Grecia, Messico, Olanda, Russia. Intanto proprio oggi sono stati ritrovati quattro volantini a Legnano firmati dalle Brigate rosse.
Ed ecco il resoconto dell’audizione di Manganelli, nel febbraio scorso
Violenza in Valle di Susa? Il peggio deve ancora arrivare
Lo ha detto alla Camera il Capo della Polizia Antonio Manganelli: Con l’esproprio dei terreni a Chiomonte ci sarà un salto di qualità”. In Italia l’area anarco-insurrezionalista “minaccia di uccidere”.
“Nel 2001 in Italia abbiamo battuto ogni record sul numero di manifestazioni pubbliche di ogni tipo (sindacale, occupazionale, per l’ambiente): ben 10.461 con un aumento del 42% rispetto agli anni precedenti.
In 187 manifestazioni (l’1,8% del totale) ci sono stati episodi di “effervescenza”, a cui le forze di polizia hanno reagito con piccole cariche di alleggerimento e, a volte, con cariche più …“muscolari”.”
A dirlo è Antonio Manganelli, mercoledì 22 febbraio durante l’audizione alla Commissione Affari Istituzionali della Camera dei Deputati
E in Val di Susa?
“Il territorio della valle di Susa – ha detto Manganelli – ha sempre respinto l’ipotesi di realizzazione di una nuova tratta ferroviaria. Quest’area è considerata già compromessa dalla presenza di due strade statali, dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e dalla linea ferroviaria con la Francia esistente”.
Di più “Sappiamo che la Valle è storicamente un tradizionale terreno di espressioni antagoniste.Qui sono nati e vivono alcuni personaggi un tempo facenti capo a Prima Linea. E oggi abbiamo una presenza piuttosto stabile di personaggi di spicco dell’anarchia radicale e dell’autonomia operaia”.
Queste due combinazioni – l’esistenza di un’area antagonista piuttosto vivace e l’esistenza di una pregiudiziale opposizione alla nuova linea ferroviaria – “sono il segnale di una possibile continua vitalità del dissenso rispetto a chi invece pretende di realizzare l’opera”.
“Forze antisistema all’opera in Valle di Susa”
Così, in pochi anni, sostiene Manganelli, la valle di Susa è divenuta “una sorta di espressione generale antisistema”. Si era già visto a Venaus nel 2005, con gli incidenti” e di nuovo oggi, con “le mobilitazioni coincise con l’inizio delle opere di cantierizzazione: i sondaggi e il cunicolo esplorativo di Chiomonte”
Le proteste iniziate “nel maggio 2011 hanno avuto la regia dei leader del centro sociale Askatasuna di Torino e il contributo delle frange estreme dell’anarchia insurrezionale. Le giornate più critiche sono state a giugno e luglio dello scorso anno. Con 220 operatori della Polizia feriti. Ulteriori illegalità e picchi di tensione si sono verificati “con i ripetuti assalti, l’8 dicembre, all’area cantierizzata e con il blocco prolungato della circolazione veicolare sull’autostrada”.
Insomma, “il centro sociale Askatasuna e i referenti dell’insurrezionalismo anarchico piemontese sono i catalizzatori delle istanze antisistema” del mondo No Tav, anche se “non sono sempre tra loro in sintonia sulla linea strategica da seguire”.
“In questi giorni – dice Manganelli – assistiamo alla protesta nei confronti del Procuratore di Torino che ha avuto una linea molto dura nei confronti di a coloro che (in occasione delle manifestazioni dell’estate scorsa) sono stati identificati grazie alle telecamere presenti nella zona degli scontri. Sabato 18 c’è stata una manifestazione a Milano di “ricca solidarietà” nei confronti degli arrestati. E sabato giorno 25 ci sarà un’altra manifestazione, da Bussoleno a Susa, promossa dal coordinamento dei Comitati No Tav
Il peggio? Arriverà con l’esproprio dei terreni a Chiomonte
Ma tutto questo non è che “il prodromo delle prime azioni davvero invasive. Quelle cioè che tra qualche tempo porteranno agli espropri a Chiomonte. Fino ad ora abbiamo parlato genericamente della valle di Susa. Adesso invece si va ad espropriare ” i terreni che peraltro stati venduti a centinaia di acquirenti che hanno ciascuno comprato un metro quadro di terreno a testa”.
Ma cos’è quest’area antagonista?
Manganelli fa un passo indietro, “a luglio 2011, al G8 di Genova, quando si registrarono fortissimi contrasti e profonde spaccature, all’interno dell’area antagonista che, col tempo non si sono sanate, tanto che continua il dibattito “violenza- non violenza”, si manifestano posizioni antitetiche sui metodi di lotta (tra chi persegue e chi invece respinge il dialogo con le istituzioni) e sono presenti forti rivalità sulla leadership”.
Tutto questo mentre “è rimasta una forte carica di aggressività anti istituzionale” che si è manifestata anche a Roma nella manifestazione del 15 ottobre scorso che ha messo insieme sindacati di base, precari, disoccupati.
Le pratiche di guerriglia dell’area anarco-insurrezionalista “sono mutuate dal repertorio classico militare; ad esempio con l’uso di arieti e di catapulte. Mentre altre risalgono al repertorio rivoluzionario, come le “incursioni mordi e fuggi” dai cortei di protesta”
Per Manganelli occorre affrontare il “problema dell’anarco insurrezionalismo che, a differenza della mafia è molto più …”gentile” nei nostri confronti perché ci racconta quello che ha fatto e quel che farà. E adesso ci sta dicendo che sta per fare un salto di qualità (e si parla di assassinio); per questo dobbiamo fare qualcosa”
Minacciano addirittura uccidere? “Lo hanno scritto loro e noi lo abbiamo verificato – dice Manganelli – anche perché la Fai (Federazione Anarchica Italiana) ha aderito a un’organizzazione internazionale promossa in Grecia, un vero e proprio network cui hanno aderito anarchici di tutti i paesi europei. Ed è un’organizzazione internazionale che ha già ucciso. E c’è da aggiungere che,se finora gli anarchici italiani non hanno ucciso, è stato solo per caso”.
Bruno Andolfatto
Per vedere l’audizione alla Camera del Capo della Polizia
http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Archivio?IdEvento=4815&IdIntervento=2859
“Nel 2001 in Italia abbiamo battuto ogni record sul numero di manifestazioni pubbliche di ogni tipo (sindacale, occupazionale, per l’ambiente): ben 10.461 con un aumento del 42% rispetto agli anni precedenti.
In 187 manifestazioni (l’1,8% del totale) ci sono stati episodi di “effervescenza”, a cui le forze di polizia hanno reagito con piccole cariche di alleggerimento e, a volte, con cariche più …“muscolari”.”
A dirlo è Antonio Manganelli, mercoledì 22 febbraio durante l’audizione alla Commissione Affari Istituzionali della Camera dei Deputati
E in Val di Susa?
“Il territorio della valle di Susa – ha detto Manganelli – ha sempre respinto l’ipotesi di realizzazione di una nuova tratta ferroviaria. Quest’area è considerata già compromessa dalla presenza di due strade statali, dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e dalla linea ferroviaria con la Francia esistente”.
Di più “Sappiamo che la Valle è storicamente un tradizionale terreno di espressioni antagoniste.Qui sono nati e vivono alcuni personaggi un tempo facenti capo a Prima Linea. E oggi abbiamo una presenza piuttosto stabile di personaggi di spicco dell’anarchia radicale e dell’autonomia operaia”.
Queste due combinazioni – l’esistenza di un’area antagonista piuttosto vivace e l’esistenza di una pregiudiziale opposizione alla nuova linea ferroviaria – “sono il segnale di una possibile continua vitalità del dissenso rispetto a chi invece pretende di realizzare l’opera”.
“Forze antisistema all’opera in Valle di Susa”
Così, in pochi anni, sostiene Manganelli, la valle di Susa è divenuta “una sorta di espressione generale antisistema”. Si era già visto a Venaus nel 2005, con gli incidenti” e di nuovo oggi, con “le mobilitazioni coincise con l’inizio delle opere di cantierizzazione: i sondaggi e il cunicolo esplorativo di Chiomonte”
Le proteste iniziate “nel maggio 2011 hanno avuto la regia dei leader del centro sociale Askatasuna di Torino e il contributo delle frange estreme dell’anarchia insurrezionale. Le giornate più critiche sono state a giugno e luglio dello scorso anno. Con 220 operatori della Polizia feriti. Ulteriori illegalità e picchi di tensione si sono verificati “con i ripetuti assalti, l’8 dicembre, all’area cantierizzata e con il blocco prolungato della circolazione veicolare sull’autostrada”.
Insomma, “il centro sociale Askatasuna e i referenti dell’insurrezionalismo anarchico piemontese sono i catalizzatori delle istanze antisistema” del mondo No Tav, anche se “non sono sempre tra loro in sintonia sulla linea strategica da seguire”.
“In questi giorni – dice Manganelli – assistiamo alla protesta nei confronti del Procuratore di Torino che ha avuto una linea molto dura nei confronti di a coloro che (in occasione delle manifestazioni dell’estate scorsa) sono stati identificati grazie alle telecamere presenti nella zona degli scontri. Sabato 18 c’è stata una manifestazione a Milano di “ricca solidarietà” nei confronti degli arrestati. E sabato giorno 25 ci sarà un’altra manifestazione, da Bussoleno a Susa, promossa dal coordinamento dei Comitati No Tav
Il peggio? Arriverà con l’esproprio dei terreni a Chiomonte
Ma tutto questo non è che “il prodromo delle prime azioni davvero invasive. Quelle cioè che tra qualche tempo porteranno agli espropri a Chiomonte. Fino ad ora abbiamo parlato genericamente della valle di Susa. Adesso invece si va ad espropriare ” i terreni che peraltro stati venduti a centinaia di acquirenti che hanno ciascuno comprato un metro quadro di terreno a testa”.
Ma cos’è quest’area antagonista?
Manganelli fa un passo indietro, “a luglio 2011, al G8 di Genova, quando si registrarono fortissimi contrasti e profonde spaccature, all’interno dell’area antagonista che, col tempo non si sono sanate, tanto che continua il dibattito “violenza- non violenza”, si manifestano posizioni antitetiche sui metodi di lotta (tra chi persegue e chi invece respinge il dialogo con le istituzioni) e sono presenti forti rivalità sulla leadership”.
Tutto questo mentre “è rimasta una forte carica di aggressività anti istituzionale” che si è manifestata anche a Roma nella manifestazione del 15 ottobre scorso che ha messo insieme sindacati di base, precari, disoccupati.
Le pratiche di guerriglia dell’area anarco-insurrezionalista “sono mutuate dal repertorio classico militare; ad esempio con l’uso di arieti e di catapulte. Mentre altre risalgono al repertorio rivoluzionario, come le “incursioni mordi e fuggi” dai cortei di protesta”
Per Manganelli occorre affrontare il “problema dell’anarco insurrezionalismo che, a differenza della mafia è molto più …”gentile” nei nostri confronti perché ci racconta quello che ha fatto e quel che farà. E adesso ci sta dicendo che sta per fare un salto di qualità (e si parla di assassinio); per questo dobbiamo fare qualcosa”
Minacciano addirittura uccidere? “Lo hanno scritto loro e noi lo abbiamo verificato – dice Manganelli – anche perché la Fai (Federazione Anarchica Italiana) ha aderito a un’organizzazione internazionale promossa in Grecia, un vero e proprio network cui hanno aderito anarchici di tutti i paesi europei. Ed è un’organizzazione internazionale che ha già ucciso. E c’è da aggiungere che,se finora gli anarchici italiani non hanno ucciso, è stato solo per caso”.
Bruno Andolfatto
Per vedere l’audizione alla Camera del Capo della Polizia
http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Archivio?IdEvento=4815&IdIntervento=2859
Attentato Adinolfi, foto Infophoto