cronaca

STANGATA SUI SERVIZI SOCIALI. Conisa Valle di Susa strangolato dai tagli dello Stato e della Regione: un milione di euro in meno in due anni. I Comuni aumentano la quota per abitante a 27 euro, ma non basta

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CHE siano tempi di vacche magre è noto. Meno scontato è che a pagare il conto della crisi siano sempre gli stessi. Cioè i deboli (anziani, disabili, non autosufficienti, disagiati in genere), quelli che l’insegnamento cristiano definisce “gli ultimi”. 
E che, dal punto di vista istituzionale, in valle di Susa sono sostenuti dalle politiche del Conisa, il Consorzio Socio Assistenziale che raggruppa tutti i Comuni dell’alta e della bassa valle. Tempi di vacche magre e di casse che piangono miseria, dicevamo. Già perché, ormai da tempo, l’ente fa i conti con i minori trasferimenti: dal 2010 al 2011 la riduzione è stata di 231.507 euro (11,78 per cento in meno) mentre nel 2012 l’ipotesi è di veder entrare in cassa altri 850 mila euro in meno. 

Con un taglio complessivo, in soli due anni, di circa 1 milione di euro. Mica bruscolini.
Piero Genovese, presidente
Conisa Valle di Susa

Come rispondere alla nuova situazione? Il presidente del Conisa Piero Genovese cercherà di spiegarlo domani, venerdì 20, a Susa, in una conferenza stampa. Ma una scelta chiara e inequivocabile è già stata fatta. Aumentare  il contributo degli associati, cioè dei Comuni, a una quota di 27 euro per abitante contro i precedenti 24,15. Con un aumento di tre euro che fa apparire sempre più vicina la quota di 30 euro per abitante. “Che porterà – spiega Genovese – a una maggiore entrata di 180 mila euro. Che comunque è del tutto insufficiente a compensare i tagli subiti dal Conisa”.  Che nelle sue attività, è bene ricordarlo, non è certo ascrivibile ai tanto (e giustamente) vituperati costi della politica: minori, inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, cura dei disabili più gravi, anziani più o meno o per nulla autosufficienti, famiglie in condizioni di disagio economico, nuclei famigliari di stranieri. 
Politiche e iniziative messe gravemente in discussione dai tagli che, a cascata, partono dallo Stato centrale, passano attraverso la Regione e, come una doccia fredda, cadono sulla testa del Conisa e dei suoi “assistiti”.
A  determinare la situazione l’azzeramento del fondo nazionale per gli anziani e i non autosufficienti oltreché di nuovi finanziamenti. “Che la Giunta Bresso – spiega Genovese – a suo tempo “compensava” in qualche modo. E che, invece, la Giunta del leghista Cota si è sempre guardata dal fare. Con i risultati che oggi vediamo”.
E allora? “Devo ringraziare i Comuni che hanno colto al volo la gravità della situazione e che non si sono tirati indietro dimostrando grande senso di responsabilità nell’aumentare la contribuzione per abitante. Anche se adesso viene il difficile, perché dovremo far quadrare comunque i conti senza far pagare più di tanto il prezzo ai cittadini”. Come? “Non certo tagliando qualche servizio in particolare. Piuttosto cercando di analizzare bene la situazione e di fare alcune scelte, come quella di ridurre ulteriormente i servizi dati in appalto”. Genovese non vuol nemmeno sentir parlare di “tagli agli sprechi”. Per un motivo molto semplice: “Perché sprechi il Conisa non ne ha fatti mai. E comunque già l’anno scorso abbiamo cercato di intervenire su alcuni capitoli di spesa”. Così si fa strada un’altra, dolorosa, ipotesi: “Quella di aumentare le quote di compartecipazione. Ossia la parte che i cittadini sostengono con i loro soldi per ottenere i servizi”. Scelte difficili da immaginare per settori della società che, com’è noto, non navigano certo nell’oro. Cosa succederà quindi? E’ probabile che i servizi subiranno un certo ridimensionamento. Come, dove e perché lo sapremo venerdì dallo stesso Piero Genovese.

B.And

E i sindacati chiedono ai Comuni: 
“Non esagerate con Imu e Irpef”

E’ un rito annuale. La telefonata dei sindacalisti valsusini che si fanno vivi per dire: “Guardate che non siamo solo nei luoghi di lavoro ma anche sul territorio. E che contrattiamo con i Comuni”. Motivo: il reddito dei cittadini non si difende solo con le sacrosante battaglie sul diritto al lavoro e ad un lavoro giustamente retribuito. Ma anche sul campo “comunale” delle imposte locali e dei servizi erogati ai cittadini.

Valter Listello, Cisl

Temi dolenti, come testimonia la vicenda del Conisa costretto da Stato e Regione a una cura dimagrante che rischia di rendere ancor più “pelle e ossa” la parte già … marginale della società.  Ma anche dolenti per tanti comuni cittadini, salariati, stipendiati e, sempre più, pensionati. Che quest’anno si troveranno di fronte stangate di non poco conto, come quella dell’Imu, chiamata a sostituire la vecchia Ici che era rimasta in piedi solo per le seconde case.  E che costringerà gli italiani a pagare con gli interessi la demagogia e il populismo di chi qualche anno fa, per un pugno di voti in più, da un giorno all’altro mandò in soffitta  una parte importante dell’imposta sugli immobili. 

Maurizio Poletto, Cgil

Ma tant’è. Quella è ormai storia. Per la cronaca rimane, insieme all’Imu anche l’altra imposta,  quella sui redditi di competenza dei comuni (e della Regione), ossia l’addizionale Irpef. 
Su questo e su altro ancora Cgil e Cisl, rappresentante in valle da Maurizio Poletto e Valter Listello, stanno facendo il giro dei palazzi comunali. Nove i comuni della bassa valle che l’anno scorso si sono accordati col sindacato per calmierare le imposte, a cui si aggiunge la Comunità Montana. E i Comuni sono tutti in bassa valle. Mentre l’alta valle, commentano i sindacalisti, rimane sorda di fronte alle aspettative di lavoratori e dei pensionati. Che farà il sindacato se questo atteggiamento continuerà? “Siamo pronti alla mobilitazione – risponde Poletto – con volantinaggi e manifestazioni davanti ai Palazzi Comunali”. 
Per il resto, nella pagella dei sindacati, tra i più “buoni” c’è Avigliana. Il Comune guidato da Carla Mattioli si dimostra il più… generoso. “Abbiamo appena chiuso un accordo che prevede zero aumenti sull’addizionale Irpef, Imu sulla prima casa al minimo, nessun taglio ai servizi”. Troppo facile l’obiezione che il voto si avvicina e che comunque, eventuali scelte impopolari, saranno rimandate al prossimo anno. “Può essere vero – ribatte Listello – ma il risultato, oggi, è questo”. Ma che la sensibilità sociale non sia prerogativa politica di qualcuno lo dimostra il Comune di Condove, maggioranza di centro destra, guidato da Piero Listello. “Con cui – è sempre Listello (ma questa volta il sindacalista)  a parlare – abbiamo portato a casa un buon accordo sulle fasce di reddito Isee e sul contenimento dell’addizionale Irpef”. 
Insomma, per dirla tutta i buoni non sono solo quelli con le… giubbe rosse. Anzi. “Con l’attuale maggioranza di Condove siamo riusciti a ottenere risultati che con la precedente amministrazione ci sognavamo”. 
Ultima richiesta, e non certo meno importante, quella di convincere i Comuni ad aderire al “patto antievasione” che prevede azioni comuni e concordate con l’Agenzia delle entrate per combattere l’evasione fiscale. Vedremo come andrà a finire.

Bruno Andolfatto

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