Avvoltoi e iene, ma non dimenticate il coyote che ha abbattuto il bisonte
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Un po’ come in Iraq. A guerra finita (per modo di dire…), ecco arrivare gli “avvoltoi” della ricostruzione. Pronti a fare affari sulle macerie. E dopo gli avvoltoi, ecco le iene; pronte ad avventarsi per guadagnare qualche buon boccone a scapito di chi la guerra l’ha combattuta davvero. La metafora è di un illustre sindaco della bassa valle che, ovviamente, ci ha raccomandato di non scriverla. Al fine di evitare problemi “diplomatici”. Già, perché, nell’immagine gli avvoltoi sarebbero i Comuni della cosiddetta “gronda”, che – dopo la battaglia – hanno subito reclamato qualche posto al tavolo politico e all’Osservatorio sulla Torino-Lione. Mentre le iene sarebbero nientemeno che i Comuni della Val Sangone, pronti a ributtare sul campo la vecchia ipotesi (a suo tempo da loro stessi contestata) del passaggio del Tav in Valsangone. Così da contrapporre la valle “buona” che discute a quella “cattiva” che si oppone sempre e comunque. Per ottenere, anche in questo caso, un bel posto al sole. L’illustre sindaco rimane sempre nel regno animale. Per ribadire però, che ad abbattere il bisonte del Tav che voleva devastare la valle di Susa è stato il coyote “bassovalsusino”, sindaci più movimento No Tav più popolazione; che, l’anno scorso, ha affrontato i rigori del freddo e i manganelli di poliziotti e carabinieri, riuscendo a vincere l’assedio e a farsi ricevere dal Governo. Con l’avvio di una nuova fase di dialogo che considera tutto, opzione zero (cioè non fare il Tav) compresa. E allora, prosegue il sindaco nelle sue colorite rivelazioni ufficiose, sta bene cercare una linea comune con la “gronda”; sta bene anche invitare alle riunioni i sindaci della Val Sangone (che tanto non ci vengono…). Ma senza esagerare perchè in fondo, la linea di condotta dei sindaci valsusini è bene che la dettino loro: quelli che al Tav continuano ad opporsi. Con fermezza e fierezza.