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Parte ufficialmente, l’Osservatorio Tecnico sulla Torino-Lione e lo fa nel migliore dei modi. Con una prima seduta ufficiale, martedì 12 dicembre in Prefettura. Il presidente dell’organismo, Mario Virano: “Lavoreremo alacremente per sviscerare i problemi legati al tanto discusso collegamento ferroviario”. Prossime sedute venerdì 22 e martedì 27 dicembre. Intanto, a Bussoleno, in Comunità Montana riunione dei sindaci di 42 comuni per decidere se andare o no domani a Roma, alla Conferenza dei Servizi sulla Torino-Lione.
Roma, chi va e chi resta
Solo i sindaci della Val Sangone e la Comunità MontanaAlta Valle decisi ad andare all’appuntamento. Chiesto un intervento della Regione.
Il dubbio amletico continua ad attraversare i sindaci. Andare o non andare a Roma domani, venerdì 15, alla Conferenza dei Servizi sulla Torino-Lione convocata dal capo dipartimento del Ministero delle Infrastrutture Gaetano Fontana? Martedì 12 dicembre un nutrito gruppo di sindaci e amministratori comunali ha provato a sbrogliare la matassa. Sede della riunione: la Comunità MontanaBassa Valle, a Bussoleno. Invitati: 57 comuni di alta e bassa valle di Susa, della Val Sangone, della cintura di Torino. Assenti, ma c’era da aspettarselo, i primi cittadini della vicina Val Sangone che hanno già deciso di volare a Roma domani (sciopero degli aerei permettendo…): “Non vogliamo essere messi sotto tutela solo perché non condividiamo le posizioni politiche di altre vallate”, spiegava l’altro giorno Daniela Ruffino, sindaco di Giaveno, a un quotidiano torinese. Incontro disertato anche dal presidente e dalla Giunta della Comunità Montana Alta Valle. Presenti, invece, i rappresentanti dei comuni altovalsusini di Giaglione, Gravere, Bardonecchia e Salbertrand, in evidente contrapposizione con Carena: “Chi è andato alla Conferenza dei Servizi il 5 dicembre e ci andrà domani – precisa Luigi Casel, consigliere comunale a Salbertrand – ha rappresentato la Giunta della Comunità Montana Alta Valle, non i nostri Comuni”.
Presenti, invece, tutti i sindaci della bassa valle. Ma anche della “gronda”, interessati dal progetto Rfi: Alpignano, Pianezza, Collegno, Druento, Venaria. E poi gli altri sindaci, che potrebbero essere toccati dall’ipotesi battezzata “sponda destra + Val Sangone”: Bruino, Rivalta, Grugliasco, Villarbasse.
Attacca Ferrentino. Ringrazia i presenti e replica ai sindaci assenti, quelli valsangonesi: “Da un lato rifiutano il confronto con noi; dall’altro pretendono di sedersi ai tavoli di confronto col Governo che noi abbiamo conquistato con grande fatica”. Per il presidente della Comunità Bassa Valle la soluzione è chiara: “Alla conferenza dei servizi non ci dobbiamo andare”. E distribuisce a tutti i sindaci una lettera da inviare a Presidente del Consiglio, Ministri, Ferrovie, in cui si ribadisce che “la prosecuzione della conferenza dei Servizi è illegittima”.
Poi c’è la questione dell’ipotesi Valsangone. “Un’ipotesi più che altro giornalistica, basata solo su uno studio di prefattibilità elaborato tra il 2000 e il 2002. E fa pensare che il Ministro Di Pietro, presentandolo in un documento alla commissaria Loyola De Palacio non citi una sola volta la valle di Susa, che pure sarebbe pesantemente interessata”. E sempre domani, in Conferenza dei Servizi a Roma, dovrebbe essere presentato il bando sullo Studio di Impatto ambientale. Su cui c’è stato l’incidente diplomatico causato da una delle ditte del pool che si è aggiudicato la gara, Geodata, che ha rivelato prima del tempo l’avvenuta “vittoria”. “Avrebbero dovuto consultarci prima e non l’hanno fatto”, commenta Ferrentino: “Comunque non ci saranno nuovi sondaggi in valle. Ma solo calcoli, stime e uno studio a tavolino sulla base della documentazione fornita da Pont Ventoux che, sotto il Moncenisio, ha realizzato la più grande centrale elettrica in caverna d’Europa”.
Rimane il dubbio. Andare o no a Roma venerdì. La posizione della bassa valle è chiara: non si va. La discussione inizia. Ma i giornalisti, su richiesta del sindaco di Avigliana Carla Mattioli, vengono allontanati.
Un paio d’ore e i primi sindaci escono. Raccogliamo umori e dichiarazioni. Esce Luigi Casel, Salbertrand: “Andare alla Conferenza dei Servizi significa legittimare un iter illegittimo. Il rischio: partecipare a una decina di incontri. Vedersi piovere addosso un progetto. Essere chiamati a pronunciarci. Col rischio, anche con un voto contrario a maggioranza, di veder passare la palla al Governo per la decisione finale. Non dobbiamo cadere nella trappola”. Ed ecco i sindaci della gronda. Gianni Pesce, assessore all’ambiente, dà la notizia: “Avevamo fatto un accordo con Prodi: parte l’Osservatorio e lì si discute. Le date sono stabilite. E la Conferenza dei Servizi va sospesa”. Stessa posizione quella di Venaria: “Il nostro territorio rischia di essere massacrato dalla Torino-Lione – dice Salvatore Ippolito, vicesindaco – noi a questo gioco di chi vuole mettere un comune contro l’altro non ci stiamo. E a Roma non ci andiamo. Chiediamo che Regione e Provincia intervengano e risolvano questo problema politico”. Così, appare chiaro che, salvo sorprese, i Comuni della Gronda non ci andranno. Mentre Bruino, Orbassano, Grugliasco, Rivalta, devono ancora decidere. Ma Luigi Montiglio, vicesindaco di Grugliasco, sembra far trasparire un’indicazione, sia pure poco convinta: “Se tutti gli altri non ci vanno, noi che ci andiamo a fare”. In serata però Mauro Carena rivela alle agenzie di stampa che la Comunità Alta Valle un suo rappresentante a Roma lo manderà. Con un piccolo problema: venerdì scioperano gli aerei. E Ferrentino propone alla Regione di ovviare al problema convocando i sindaci per affrontare il problema. Difficile dire, oggi, se sarà ascoltato.
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