Dai sindaci via libera all’Osservatorio. Ma i Comitati assediano il Commissario
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Giovedì 23 novembre, ore 14, Bussoleno, sede della Comunità Montana. I sindaci della bassa valle si riuniscono. Si tratta di decidere se andare o meno alla Conferenza dei Servizi a Roma lunedì 13 novembre. I 19 primi cittadini della bassa valle decidono di non andare anche se qualcuno storce il naso: “Prima chiediamo i tavoli di confronto e poi li disertiamo, non mi pare un bel messaggio”, dice a bassa voce qualcuno. Ma poi si adegua al volere della maggioranza. Il presidente dell’Alta Valle Mauro Carena, sarebbe per prendere comunque l’aereo per la capitale: “Conferenza dei servizi e Osservatorio Tecnico non possono procedere in modo disgiunto, altrimenti si dà la sensazione che in un tavolo si dialoga e nell’altro si decide. Il Governo deve uscire dall’ambiguità e smentire il dubbio che il primo sia il tavolo “serio” e la seconda un organismo degli inganni. Però dobbiamo rispettare i tavoli di confronto”. Qualche giorno dopo, la Giunta di Comunità Montana decide di inviare a Roma un suo rappresentante, l’ex sindaco di Exilles e assessore dell’ente Michelangelo Castellano che, durante il confronto, ribadisce la posizione dell’ente: “Va fatta chiarezza sugli obiettivi e le modalità di lavoro dei due tavoli”.
Mentre i sindaci dentro il palazzo di via Trattenero discutono, fuori dai cancelli si accalca la folla. Qualche centinaio di manifestanti, con bandiere No Tav, cartelli. Urlano slogan, cantano canzoncine che dileggiano l’ospite in arrivo. L’attesa cresce. Sta per giungere Mario Virano, vecchia conoscenza della valle di Susa, un tempo amministratore delegato Sitaf poi consigliere di amministrazione Anas, oggi commissario governativo per la Torino-Lione e, in quanto tale, presidente dell’Osservatorio Tecnico “Valle Susa”. E’ il primo incontro con i sindaci in terra valsusina. L’obiettivo, far partire finalmente i lavori dell’Osservatorio mettendo in agenda la prima riunione ufficiale. Un cordone di poliziotti e carabinieri separa i manifestanti e impedisce l’ingresso nel “recinto” di Villa Ferro. Quando Virano arriva partono bordate di fischi. Il commissario attraversa il cortile a piedi per andare verso la sala dell’incontro; a un certo punto, si avvia deciso verso i manifestanti. Prove tecniche di dialogo con l’ala dura del movimento? No, solo un errore di direzione subito corretto dagli accompagnatori. Al primo piano della palazzina accanto a Villa Ferro i sindaci attendono di cominciare l’incontro. Prima questione: i giornalisti possono rimanere? Chi dice sì, chi dice no. Barbara Debernardi e Mauro Carena sono per il sì. Altri per il no. Una rapida consultazione e, dopo un paio di riprese e fotografie, i cronisti vengono, sia pure cortesemente, allontanati. Inizia l’attesa. Gente che canta, che urla, bandiere che sventolano, giornalisti che confabulano. Cosa si diranno lassù? Mistero svelato verso le 18, quando Ferrentino e Virano improvvisano una conferenza stampa. Clima cordiale. L’accordo sul metodo e i contenuti del confronto c’è. Viene sgombrato il campo dagli equivoci sul coinvolgimento delle università piemontesi. E si annuncia il primo incontro dell’Osservatorio: venerdì 12 dicembre. E’ Ferrentino a comunicare gli argomenti in discussione: l’analisi dei bisogni trasportistici e dei flussi di traffico che giustificherebbero l’opera ma anche la potenzialità della linea storica e lo scenario europeo delle linee ferroviarie”. Poi, l’esame comparato delle quattro soluzioni possibili: opzione zero, potenziamento linea attuale, progetti Ltf e Rfi (“che – dichiara Ferrentino – vede i Comuni contrari al cento per cento”) e le alternative progettuali. E sulla Conferenza dei Servizi? Risposta secca: “Va sospesa e ripresa al termine dei lavori dell’Osservatorio”: Il clima è cordiale, ottimista: “Abbiamo gettato le basi per un lavoro proficuo”, termina Ferrentino. Il contrario di quello che si dice fuori, tra i movimenti e i Comitati. Tocca a Mario Virano. Si dice d’accordo con Ferrentino. Aggiunge l’importanza di “affrontare la questione centrale del nodo di Torino” e si dichiara “pronto a incontrare i rappresentanti dei Comitati, ovviamente in modi civili e gestibili”. Per il resto, l’Osservatorio “procederà a ritmi serrati, i tempi non saranno diluiti e il lavoro sarà intenso”. Stoccatina indiretta al ministro Di Pietro che insiste per una decisione da prendere entro settembre 2007: “Il confronto che abbiamo impostato è l’alternativa al continuo agitare di scadenze intese come ultimatum. Noi faremo il nostro lavoro. Sentiremo i rintocchi di chi ci batte il tempo senza, però, preoccuparci più di tanto. Chissà che non riusciremo addirittura a finire prima”. Mentre Ferrentino chiede: “E se a settembre scoprissimo che l’Osservatorio ha bisogno di altri due mesi che farà Di Pietro? Chiederà al Ministro dell’Interno Amato di mandare migliaia di poliziotti in valle di Susa per tentare di nuovo di forzare la mano?. Al termine dell’incontro la sorpresa. Qualcuno ha chiuso il cancello con un grosso lucchetto. Sindaci e Commissario rimangono per mezzora “prigionieri” nella sede della Comunità Montana. Fino al provvidenziale intervento di un fabbro. Anche per il dialogo vale il detto: “Sarà dura”.
Venerdì 24 novembre. dalla valle di Susa alla Toscana. A Lucca c’è il vertice italo-francese. Si incontrano Prodi e Chirac. E a farla da padrone, in materia di infrastrutture, è la Torino-Lione. Che “si fara’’, anzi si sta già facendo”, afferma il solito Antonio Di Pietro che firmam insieme al collega dei Trasporti francese, Dominique Perben, una dichiarazione congiunta per la richiesta dei finanziamenti comunitari. “Noi intendiamo realizzare la Tav – assicura Prodi- nei modi compatibili con una società democratica e dialogante”.
Lunedì 27 novembrea Roma si riunisce la Conferenza dei Servizi. I sindaci della bassa valle disertano. Solo due le fasce tricolori presenti: Claudio Gagliardi, sindaco di Pianezza (che rappresenta i sindaci della “gronda” e ribadisce di essere d’accordo con le posizioni della bassa valle) e Michelangelo Castellano che scende a Roma in rappresentanza della Giunta della Comunità Montana Alta Valle ma non dei Comuni di Gravere e Giaglione che, viceversa, avevano espresso contrarietà nei confronti del viaggio nella Capitale.
Quindi le convocazioni delle prossime conferenze dei servizi. Il 5, aperta anche ai sindaci della Val Sangone