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“Se il Tav ci ruba l’acqua”

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Come i progetti influiscono su falde, torrenti, idrogeologia. Forti i rischi per le risorse idriche
“Meditate, gente. Meditate”. Il richiamo di Enzo Arbore in un celebre spot pubblicitario potrebbe essere rivolto alla Conferenza dei Servizi che, giovedì 12 ottobre, sarà chiamata a esprimersi sui progetti della Torino-Lione. E l’invito a meditare bene prima di scegliere può essere la sintesi del nostro terzo incontro con Andrea Allasio, l’ingegnere santantoninese del Comitato 1° aprile che sta passando al setaccio i progetti della Torino Lione.
Argomento: le acque, le falde, i torrenti. Insomma, l’idrologia e l’idrogeologia
“Scavare un tunnel, anzi un doppio tunnel in un massiccio montuoso – spiega Allasio – può avere effetti devastanti sull’equilibrio di sorgenti, torrenti. E l’esempio del Mugello (linea Tav Bologna–Firenze), dove interi paesi sono rimasti definitivamente senz’acqua, interi torrenti prosciugati, e fasce di vegetazione scomparse, deve essere un monito per tutti”.
Allasio cita il rapporto finale preparato da COWI la primavera scorsa, per Loyola de Palacio, coordinatrice del progetto Torino –Lione, che menziona per la prima volta i dati di Ltf relativi a quanta acqua potrebbe essere “drenata” dai  tunnel della tratta internazionale.
Si parla di portate da 250 – 500 litrial secondo per il tunnel di Bussoleno e di 1700 a 3400 litri al secondo per il tunnel di base, senza contare il pozzo previsto in val Clarea e il cunicolo di Venaus.
Spiega Allasio: “L’acqua drenata dal versante italiano del tunnel di base, viene sottratta alla falda acquifera del massiccio compreso nel triangolo tra Bardonecchia, Monceniso e Susa. Il sistema idrogeologico di un massiccio, anche se costituito da strati rocciosi, fessure, terra, si comporta come una spugna, che trattiene per capillarità l’acqua piovana, quella disciolta dalle nevi. Come dalle imperfezione della spugna fuoriescono goccioline d’acqua, così dalla roccia sgorgano sorgenti, che si trasformano in rii o vengono captate per alimentare le reti idriche dei nostri paesi. Quando non piove per lungo tempo, la fuoriuscita di acqua dalle sorgenti e l’evaporazione dal terreno provoca l’abbassamento della falda e quando questa scende al di sotto della quota di una sorgente, essa si prosciuga, si prosciugano i rii che provvedono alla irrigazione locale e contribuiscono a mantenere il livello di acqua nella Dora Riparia”.
Tutto chiaro. Ed ecco cosa succederà se “un foro passante alla base di un massiccio montuoso, raccoglierà l’acqua sovrastante spinta dalla pressione e facendola defluire forzatamente all’esterno, contribuendo ad abbassare il livello della falda: migliaia di litri al secondo, più di 10 milioni di metri cubi all’anno di acqua, verranno sottratti alle sorgenti dal massiccio del Moncenisio e più di un milione dalle montagne tra Mompantero e Bussoleno”.
Per rendersi conto se queste quantità di acqua sono importanti basta fare il paragone con la portata della Dora Riparia.  “Ci si accorge – afferma Allasio – che a Bussoleno quest’estate, tra metà luglio e fine agosto, la portata della Dora a Bussoleno variava tra 4000 e 7000 litrial secondo. Nel progetto attuale, tutta l’acqua drenata nel versante italiano del tunnel di base e nel tunnel di Bussoleno viene immessa a valle di Chianocco. Si tratta di 2000 a 3900 litri al secondo, sottratti alle sorgenti ed affluenti della Dora Riparia, la cui portata diminuirà circa della stessa quantità, portandola sotto al limite vitale per certi periodi dell’anno”.
Analoga cosa capiterà nel tunnel Gravio Musine, “anche se RFI non ha fornito alcuna stima di drenaggio, qui la sottrazione di acqua potrà avere effetti più gravi visto che le montagne hanno altezze modeste e non vi sono nevai e ghiacciai. In questa zona ci sono più di una trentina di sorgenti potenzialmente in pericolo, alcune usate a scopo idropotabile”.

La mancanza dei dati di drenaggio delle acque nei progetti preliminari non ha reso possibile alcuna verifica di impatto ambientale, sui fiumi e sulle sorgenti e questi importanti aspetti sono stati trascurati. E la classificazione delle sorgenti identifica con “Portata nulla o bassa”, sorgenti tipo quella dell’Addoi di Bussoleno, che fino a pochi anni fa era la sola ad alimentare i 7000 abitanti del paese oltre a industrie e servizi. “Se si sente dire che questi tunnel possono provocare danni solo a sorgenti con portata nulla o bassa – commenta Allasio – questo può voler dire, interi paesi senz’acqua, esattamente come al Mugello. E i  comuni potenzialmente interessati sono quelli di Borgone, Condove, Caprie, Villardora, Almese, Val della Torre per la tratta nazionale e quelli di Giaglione, Venaus, Mompantero e Bussoleno per la tratta internazionale”.

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