Tav, semaforo verde dal premier Conte
Ormai è chiaro. Facebook è la terza Camera del Parlamento. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scelto la tribuna del social per dire che la Torino-Lione deve andare avanti. Lo ha fatto nella serata di martedì 23 con una diretta e poi, bontà sua, lo ha ribadito ieri pomeriggio alla Camera dei Deputati durante il question time.
“ Si sa – ha detto Conte – Lega e 5Stelle sulla Torino-Lione hanno posizioni diametralmente opposte e quando sono usciti gli esiti della valutazione costi-benefici non ho mancato di esprimere le mie perplessità. Fin da subito ho sostenuto che la Tav dovesse essere rivista e ho avviato un’interlocuzione con la Francia con il fine di ridiscutere l’opera”.
Nel frattempo, ha proseguito il premier, “ abbiamo ottenuto che l’Unione Europea aumentasse il finanziamento della tratta transfrontaliera che è passato dal 40 al 44 per cento ed è probabile che i contributi europei possano interessare anche la tratta nazionale”
“Non siamo riusciti a ottenere la ridiscussione dell’opera – ha proseguito Conte – a causa della ferma intenzione della Francia a proseguire la realizzazione della Torino-Lione”. Del resto “c’erano di fronte a noi a due strade: raggiungere un accordo bilaterale con i francesi oppure procedere unilateralmente alla cancellazione dell’Accordo Internazionale con costi ingenti per lo Stato ed evidenti ripercussioni negative”.
Conte attraversa il Rubicone, il dado è tratto: “ Oggi, senza accordo con la Francia, fermare la Torino-Lione sarebbe più svantaggioso che farla. E, in più, ci vorrebbe un pronunciamento chiaro del Parlamento in questo senso. Così l’iter avviato con i bandi per manifestazioni proseguirà senza interruzioni”.
Il Governo, proprio in questi giorni, si trova di fronte a un bivio. Entro il 26 luglio deve far sapere alla Commissione Europea se intende o no procedere con la Torino-Lione, pena la perdita dei finanziamenti. E proprio questo spiega l’accelerata improvvisa del premier.
Mal di pancia nel popolo 5Stelle e No Tav
Le parole di Conte, come c’era da attendersi, hanno creato non pochi mal di pancia nell’universo pentastellato.
E anche tra gli oppositori valsusini alla Tav le reazioni non si sono fatte attendere: “ Credo che il M5s abbia deciso di scrivere il proprio testamento politico – afferma Nilo Durbiano, ex sindaco di Venaus e fervente No Tav -, la loro avventura è conclusa. Il Governo e il ministro Salvini non si rendono conto del disastro sociale che questa scelta comporterà. Qui in Val di Susa si respira, nella migliore delle ipotesi, aria di delusione. Questi stanno scherzando con il fuoco. Io ho paura della violenza ma questa è un’istigazione alla violenza”.
Il sito web no tav.info pubblica un durissimo “comunicato del Movimento Notav”.
“Non c’erano e non ci sono governi amici e lo abbiamo sempre saputo”, si legge. E poi: “La manfrina giunge alla parola fine e il cambiamento promesso dal governo getta anche l’ultima maschera allineandosi a tutti i precedenti. E’dal 2001 che risentiamo le solite parole dai vari presidenti del Consiglio”.
Ancora: “ Ci chiediamo ora cosa faranno tutti quelli del Movimento 5 stelle che al parlamento si sono detti notav, ci chiediamo se avranno coraggio e coerenza o faranno finta di niente tirando a campare. Noi invece sapremo sempre cosa fare, proseguendo la nostra lotta popolare per fermare quest’opera. Lo faremo come abbiamo sempre fatto mettendoci di traverso quando serve”. Se non una dichiarazione di guerra aperta, poco ci manca.
“Beppe, dove sei? Fatti sentire”
Francesca Frediani, capogruppo in consiglio regionale dei 5Stelle, chiede “ il rispetto del contratto di Governo, in particolare laddove si specifica che i soggetti contraenti si impegnano a non mettere in minoranza l’altra parte in questioni che per essa sono di fondamentale importanza.
Se dovesse presentarsi in Parlamento una maggioranza trasversale del partito unico delle opere inutili, con il voto determinante della Lega, si sancirebbe di fatto la violazione di un importante punto del Contratto di Governo”. E poi, prosegue Frediani, “non posso condividere le parole di Conte. Tirare in ballo l’Europa per giustificare il Tav è una foglia di fico traballante. Questa è una battaglia identitaria per i 5 Stelle e per Beppe Grillo”.
Di qui l’appello: “Beppe dove sei? Fatti sentire!”.
Già, proprio quel Grillo silente che, secondo l’AdnKronos, “non risponde al telefono né agli sms dei giornalisti anche se le persone a lui più vicine raccontano di un garante furente per la decisione di Conte di aprire al Tav”. Ma lo staff di Luigi Di Maio (vicepremier) nega tutto e “smentisce categoricamente” il lancio dell’agenzia che però, dal canto suo, conferma tutto. Così il clima interno al movimento 5Stelle è tutt’altro che sereno; esponenti di primo piano e semplici militanti sono in fibrillazione e, sul piano politico, la tenuta non solo del Governo ma anche della già flebile maggioranza del Comune di Torino pare più che mai appesa a un filo.
Genovese, sindaco di Susa: “Non tocca a noi decidere se la Tav si fa o no”
Sul fonte trasversale del Sì alla Tav la soddisfazione si palpa con mano. Mentre sul piano locale c’è chi rivendica una posizione neutrale come il sindaco di Susa Piero Genovese, che alle recenti elezioni amministrative ha spodestato Sandro Plano: “Stiamo alle decisioni che il governo assumerà, non ci metteremo in una posizione di contrarietà né di tifoseria. Se il governo procederà noi responsabilmente cercheremo di capire quale impatto avrà sul territorio e come minimizzarlo. La mia è una posizione pragmatica. Finora si è pensato che i sindaci potessero decidere se l’opera deve essere fatta o meno ma questo non è compito degli amministratori locali”.