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No Tav: soli, duri, puri… La marcia da Venaus a Chiomonte

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L’obiettivo? Il solito. Arrivare al cantiere, oltrepassare la zona rossa costi quel che costi. E’ cominciato nel primo pomeriggio di oggi, sabato 27, il corteo dei No Tav partito da Venaus e diretto a Chiomonte. Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l’abitato di Giaglione e poi Chiomonte.

Si teme che la tensione sfoci in disordini ma a creare qualche apprensione sono anche le condizioni meteo.

Il sindaco di Giaglione sulla base dell’allarme maltempo ha emesso un’ordinanza: la strada comunale oltre la frazione San Giovanni che conduce alle vigne a Chiomonte nel caso di forti temporali diventerebbe di “forte pericolo. Il Comune non risponde di danni a cose e persone”.

In più  una frana si è staccata dal costone della montagna che fiancheggia la Val Cenischia, dove è aperto il campeggio No Tav. È accaduto nei minuti in cui sulla zona si stava abbattendo un forte acquazzone. La frana non sta minacciando la tendopoli, che è più lontana.

L’obiettivo dichiarato, come tuona uno speaker, è arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l’accesso.

 Ad aprire il corteo lo striscione con la scritta “La valle che resiste. No Tav”.

“I popoli in rivolta scrivono la storia, no Tav fino alla vittoria”, ripetono i militanti in marcia.

Nessuna fascia tricolore di quelle che… contano al corteo, tanto meno quella della sindaca di Torino Appendino (che da tempo diserta questi appuntamenti) e neanche del vice sindaco, visto che la sindaca del capoluogo torinese ha detronizzato Guido Montanari qualche settimana fa

Nel mirino dei manifestanti c’é proprio il Movimento 5 Stelle che da anni nelle consultazioni elettorali fa incetta di voti sposando le parole d’ordine del movimento No Tav.

La “giravolta” del premier Conte all’inizio della settimana che, di fatto, ha ribadito quanto detto  un po’ di tempo fa ai militanti pentastellati dal vicepremier Di Maio (“a questo punto costa di più bloccare la tav che farla”) ha fatto saltare la mosca al naso ai no tav duri e puri.

Ed ecco il proclama dei leader No Tav: “Comunichiamo che non ci facciamo prendere in giro e non si farà prendere in giro nessuno: diciamo a tutti i politici, M5S in primis, che i loro giochi di potere e di poltrone non ci interessano. Dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che la Tav non si sarebbe fatta ci ritroviamo a dover sentire  stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità.  Non ci sono governi amici, ma non significa che in molti non sperassimo che ci fosse una vittoria. Adesso Fermare la Tav tocca a noi “.

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