Merci sui valichi alpini: aumenta il traffico, diminuiscono i treni, ci sono sempre più TIR
Come sta il trasporto merci attraverso le Alpi? A rispondere è la “D.G. MOVE” della Commissione Europea che nei giorni scorsi ha reso pubblici i dati sul trasporto merci attraverso le Alpi.
Si tratta del Rapporto Alpifret 2018 elaborato dall’organismo in collaborazione con l’Ufficio Federale Svizzero dei Trasporti. Dal documento emerge che l’interscambio economico dell’Italia con i paesi dell’Ovest Europa è in crescita e vale 209 miliardi di euro, con un saldo attivo di 21,6 miliardi. Una cifra che rappresenta il 35% dell’interscambio economico con i Paesi europei e il 23,6% dell’interscambio totale dell’Italia con il mondo.
Sempre i dati rivelano che la Francia è il secondo partner commerciale dell’Italia ed ha registrato 85 miliardi di interscambio economico con un incremento del 41% rispetto al 2009. Sul 2017 l’incremento è del 4,4% con un saldo attivo a favore dell’export di quasi 12 MLD di €. La Francia e l’Ovest dell’Unione Europea sono un mercato assai rilevante per l’export italiano.
Nel 2018 le merci trasportate via terra hanno superato ai valichi con la Francia 45,3 milioni di tonnellate. Un dato in continua ripresa negli ultimi 5 anni che, stando ad alcuni osservatori, ha raggiunto e superato i volumi che venivano realizzati negli anni precedenti la crisi economica.
Ma come vengono trasportate le merci e qual è il rapporto tra la modalità “gomma” e quella del “ferro”? Il traffico ferroviario merci con la Svizzera nel 2018 rappresenta una quota di mercato pari al 70% del totale. Non così negli scambi con la Francia: qui il traffico ferroviario ai valichi continua a scendere (3,3 milioni di tonnellate all’anno), rappresentando soltanto il 7,3% del totale. Si tratta dello squilibrio modale peggiore dell’intero arco alpino, del tutto incoerente con l’obiettivo UE dell’Agenda 2030 che stabilisce il raggiungimento, per la quota “ferro”, del 30% al 2030 e del 50% al 2050. L’obiettivo 2050 risulta superato ai valichi svizzeri (70%) mentre in quelli austriaci risulta già superato l’obiettivo 2030 (30%).
A fronte dell’incremento dei volumi di trasporto merci, il traffico ferroviario tra Italia e Francia continua a calare e in vent’anni ha perso quasi il 70%, passando da 11 milioni di tonnellate annue del 1997 (il 23% del totale trasportato), alle 3,3 tonnellate del 2018 (7,3% sul totale).
Le merci continuano quindi a preferire la “gomma”, complici linee e sistemi ferroviari inadeguati e obsloeti. Così il 93% delle merci che attraversa il confine con la Francia viaggia su Tir e su autostrada ai valichi autostradali di Ventimiglia, Frejus e Monte Bianco, e su valichi minori come Monginevro e Maddalena con oltre 3,5 milioni di veicoli pesanti.
Tutto questo mentre la Svizzera, negli anni, ha investito 25 miliardi di euro per ridurre l’impatto ambientale di mezzi pesanti e leggeri sul proprio territorio realizzando cinque tunnel di base analoghi a quello progettato per la Torino-Lione e e portando la quota di trasporto ferroviario al 70% del totale sul traffico merci.