Manifestazioni No Tav, arresti domiciliari per due esponenti di Askatasuna dopo i fatti di luglio
Avrebbero coordinato e incitato i manifestanti no tav a compiere condotte criminose mettendosi alla testa delle violente proteste contro l’alta velocità Torino Lione organizzate nei pressi del cantiere e nei boschi di Giaglione e Chiomonte lo scorso mese di luglio. Sono le accuse della polizia contro due esponenti del centro sociale Askatasuna, raggiunti martedì da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Si tratta di Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli ai quali gli agenti della Diogos di Torino hanno notificato i provvedimenti restrittivi firmati dal Tribunale su richiesta della locale procura della Repubblica. I due attivisti erano già sottoposti all’obbligo della presentazione quotidiana alle forze dell’ordine per un’altra inchiesta che riguarda i disordini scoppiati in occasione del vertice G7 alla Reggia di Venaria.
Secondo la stessa Digos, i due si sarebbero resi protagonisti di altri fatti analoghi a luglio, durante il corteo di protesta No Tav al cantiere di Chiomonte. ‘ Sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna’, sostiene la Digos, “ i manifestanti hanno danneggiato le cancellate metalliche che sbarrano il passo verso il cantiere dell’Alta Velocità dando vita a sassaiole contro i poliziotti intervenuti in assetto antisommossa”. ‘In tale contesto Rossetto e Marzuoli – si legge nella richiesta di arresti presentata dalla Procura torinese e convalidata dal giudice – incitavano e coordinavano Duro il commento del Movimento che si oppone alla Torino-Lione che sul sito Notav.info , scrive di un provvedimento “basato sul niente, pretestuoso come tutte le azioni a cui ci hanno abituato da anni” e di misure strumentali e persecutorie queste misure, quasi da far venire il sospetto che ci siano personalismi e conti da regolare da parte del Tribunale del Torino (e della Questura) nei confronti di alcuni No Tav”-. Dello stesso tenore il commento della consigliera regionale 5Stelle Francesca Frediani che scrive di persone “ in carcere solo per aver tenuto uno striscione durante una manifestazione, per aver letto un comunicato o per aver partecipato a cori durante un corteo. La Valle di Susa non è un ‘parco divertimenti per delinquenti’ come qualcuno vorrebbe far credere. E’ un territorio che da tempo è considerato sacrificabile sull’altare degli interessi delle lobby del tondino e del cemento” .