Valsusa, l’Unione Montana marcia con i No Tav
L’Unione Montana Valle di Susa scenderà in strada a fianco del Movimento No Tav alla manifestazione dell’ 8 dicembre da Susa a Venaus.
Ad annunciarlo è un comunicato dell’ente che spiega come la decisione sia stata assunta “ad ampia maggioranza” dall’assemblea dei sindaci. Molti dei primi cittadini, si legge nell’informativa, “ interverranno in forma ufficiale per ribadire la contrarietà alla realizzazione del TAV in Valle di Susa e della tratta nazionale della Nuova Linea Torino- Lione”.
Proprio qualche giorno fa, il nuovo presidente dell’Unione Montana, Pacifico Banchieri, aveva scritto al Governo per chiedere un incontro e riaprire il confronto sulla Torino- Lione.
E tuttavia per la Valle incombe una ricorrenza: l’8 dicembre. Che in questo caso non è la festa dell’Immacolata ma la rievocazione dei giorni dell’autunno inverno 2005 e degli scontri del Seghino e Venaus. Così, di recente, c’è stato un incontro a Villa Ferro tra un gruppo di militanti No Tav e la Giunta dell’Unione Montana, presieduta da Pacifico Banchieri. Motivo: la richiesta all’Unione di aderire alla manifestazione No Tav dell’8 dicembre. Banchieri si sarebbe dichiarato piuttosto perplesso, anzi contrario alla partecipazione dell’ente, lasciando però libertà ai singoli Comuni di aderire o meno. Poi Banchieri è partito per qualche giorno di vacanza a Cuba. E proprio in quei giorni (qualche malizioso dice su pressione dei No Tav) il vice presidente dell’ente e sindaco di Avigliana Andrea Archinà ha convocato l’assemblea dei sindaci, cambiando però l’ordine del giorno dei lavori e inserendo la decisione sull’adesione alla marcia. Per Archinà “non c’è nulla di strano ed è tutto lineare. Con Banchieri eravano d’accordo su questa riunione. I Comuni hanno sensibilità diverse ed è noto che alcune amministrazioni sono cambiate. E poi sulla questione Tav le decisioni spettano all’Assemblea dei Sindaci che si è espressa democraticamente, decidendo a maggioranza di aderire”. Contro la partecipazione si sono espressi Caselette, Susa e S.Antonino mentre Condove e Borgone erano assenti.
Tutto a posto quindi?
Non proprio. Almeno non secondo Giorgio Montabone, assessore segusino nell’Unione: “La situazione mi pare imbarazzante. La decisione è in contraddizione con quanto il presidente Banchieri aveva dichiarato prima di partire per il viaggio fuori Europa. Adesso attendiamo che torni per chiarire con lui la situazione”.
Insomma, qualche contraccolpo politico sarà inevitabile e arriverà a pochi mesi dall’insediamento dei nuovi organismi dell’Unione Montana. Sulla vicenda intervengono anche le minoranze che, proprio in quanto tali, non hanno partecipato all’assemblea dei sindaci.
“Pare la solita trita politicizzazione ideologica dell’Ente che, per sua natura statutaria, dovrebbe operare altro tipo di scelte amministrative sul territorio”, si legge in una nota firmata a da Caterina Agus, Marco Baritello, Paolo Farsella, Giuliana Giai, Roberto Giuglard, Andrea Malacrinò, Paolo Marocco Carena, Luciano Medolago, Tony Spanò e Antonella Zoggia.
“Nell’attesa di conoscere le ragioni che hanno condotto l’Unione a cambiare idea, sconfessando di fatto sé stessa nelle scelte operate una settimana prima, – si legge ancor nella missiva – proviamo a dare un titolo al nuovo episodio. Potremmo forse ricorrere al sempreverde “Contrordine, compagni!” di guareschiana memoria”.
BRUNO ANDOLFATTO