“Il Centro deve aprire”, sindaci tutti d’accordo
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L’assemblea dei primi cittadini del Distretto Sanitario dà l’ok alla proposta dell’Asl. Gli operatori arriveranno dagli ospedali di Susa e Avigliana. Decollo (forse) prima dell’estate.
La lunga storia del Centro di Riabilitazione di S.Antonino potrebbe (finalmente) avere uno sbocco positivo. I sindaci, riuniti venerdì 3 febbraio a Susa per l’assemblea del distretto sanitario, hanno deciso all’unanimità di procedere con il potenziamento del Centro di Riabilitazione di Sant’.Antonino. Una struttura che sorge al piano superiore del Centro Polivalente di piazza della Pace e che finora non è mai decollata a pieno regime.
Da luglio 2010, infatti, l’unico servizio a funzionare è la logopedia, con due operatrici. Per il resto, poco o niente, pur essendo il Centro all’avanguardia dal punto di vista delle attrezzature, come ad esempio, una palestra per la riabilitazione, letti appositi, una sala insonorizzata ecc.
La situazione non si non si poteva tollerare ancora per tanto tempo. Così, nel novembre scorso, i vertici dell’Asl hanno inviato una lettera al Comune di S.Antonino: o i sindaci trovavano un accordo oppure l’Azienda Sanitaria darà disdetta al contratto di affitto con il Comune di S.Antonino sottoscritto nel 2009.
Sul tavolo dei cittadini riuniti venerdì a Susa c’era una proposta precisa. Vista l’impossibilità di assumere il personale necessario per far girare a pieno regime la struttura (a causa dei tagli alla sanità), la soluzione “ponte” è quella di impiegare parzialmente a S.Antonino il personale addetto alla riabilitazione in servizio presso gli ospedali di Avigliana e Susa.
Lasciando ai nosocomi la competenza sulla riabilitazione ospedaliera e trasferendo nella struttura di S.Antonino i servizi territoriali di riabilitazione
Da quanto si è saputo, i sindaci hanno dovuto superare alcune resistenze (che sarebbero arrivate soprattutto dai primi cittadini delle località sede di ospedale, Susa e Avigliana) ma poi hanno dato via libera all’operazione.
Anche perché, senza una soluzione, l’unica alternativa sarebbe stata non solo la rescissione del contratto di affitto ma anche lo smantellamento delle apparecchiature del Centro.
Una cosa difficile da giustificare di fronte all’opinione pubblica; così come difficilmente giustificabile sarebbe stato il mantenimento dello status quo.
Adesso la palla passa all’Asl che dovrà concordare con le organizzazioni sindacali le risorse umane, gli orari e i giorni da destinare all’apertura Centro riabilitativo santantoninese. Da quanto si apprende, i vertici dell’Asl avvieranno una trattativa sindacale.
Se si raggiungerà un accordo la questione sarà risolta. Altrimenti si ricorrerà alle norme contrattuali di lavoro che stabiliscono, per l’Asl, la possibilità di disporre la mobilità d’ufficio per il personale fino a 25 km. di distanza dall’attuale sede di lavoro. E Susa dista 20 km da S.Antonino, mentre Avigliana circa 13 km. Grandi motivi di opposizione “corporativa” quindi non dovrebbero venire sollevati.
Quando il nuovo centro di riabilitazione potrà (finalmente) decollare? Fonti vicino all’Asl sostengono che, in teoria, sarebbe possibile avviare il tutto entro pochi giorni.
Ma è più realistico ipotizzare, come termine, l’inizio dell’estate di quest’anno.
Anche se, visto quanto accaduto finora, è meglio non fare scommesse e pronunciare la fatidica frase: “Chi vivrà vedrà”.