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Comune e Conisa: insieme contro l’emergenza sfratti

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Crisi economica non significa solo meno soldi nelle tasche e perdita del lavoro. Significa, in tanti, in troppi casi, perdere anche … la casa. E’ la storia di diverse famiglie che non  ce la fanno più a pagare l’affitto. 
Conseguenza inevitabile: l’avvio della procedura di sfratto. Il momento più critico a S.Antonino si è verificato nel mese di febbraio, con ben cinque sfratti esecutivi. Sventati all’ultimo momento grazie alla “rete” costruita da comune, parrocchia, persone generose. “Ma – spiega il sindaco Ferrentino – l’intercessione, la conoscenza personale e la mediazione con i proprietari degli alloggi non basta no più. Bisogna intervenire in aiuto dei nuclei famigliari alle prese con il problema casa, sfrattate perché in evidenti difficoltà economiche dovute alla perdita del lavoro o a prolungati periodi a reddito ridotto a causa di cassa integrazione o mobilità e che non riescono a far fronte al pagamento dell’affitto”. 
Le emergenze che si sono verificate, precisa il sindaco, “sono state esaminate una per una  con le Assistenti sociali e il direttore del Con.I.S.A. il Consorzio Socio Assistenziale”. Quindi è stata effettuata un’indagine sul territorio e nei Comuni limitrofi per individuare alcune abitazioni che potrebbero essere locate da tali nuclei famigliari ad un prezzo ridotto rispetto al canone precedentemente pagato permettendo così di risolvere almeno in parte le difficoltà in cui si trovano le famiglie”. Ma tamponare le situazioni non basta. “Per risolvere la situazione – aggiunge il sindaco – occorre intervenire economicamente nei confronti dei nuclei famigliari in difficoltà per aiutarle a far fronte alle spese derivanti dalla stipula di un nuovo contratto di locazione. 
Così il direttore del Con.I.S.A ha dichiarato la disponibilità del Consorzio ad appoggiare, anche economicamente, una iniziativa di sostegno”. E’ nato così il progetto “Sostegno emergenze abitative” rivolto ai residenti nei Comuni aderenti al Con.I.S.A., che perdono o rischiano di perdere l’alloggio per provvedimento di sfratto esecutivo, per ordinanza di sgombero per tutela della salute pubblica o per grave pericolo di incolumità personale e altre gravi cause accertate.  Per ottenere l’aiuto le famiglie devono essere in grave disagio sociale, possedere i requisiti per l’assegnazione di un alloggio delle cosiddette “case popolari” e trovarsi in forte difficoltà a reperire autonomamente un alloggio sul mercato privato.
Gl interventi possono prevedere l’erogazione di contributi (anticipo del deposito cauzionale o di parte del canone di locazione dovuto) per trovare un alloggio sul mercato immobiliare privato, o l’anticipo o l’integrazione del contributo regionale per la locazione. E’ anche prevista, a seconda dei casi, la sistemazione in strutture private o l’accoglienza temporanea in strutture di proprietà comunale destinate a questo scopo, per un periodo non superiore a 60  giorni e con previsione di compartecipazione economica se il nucleo familiare è titolare di reddito. 
Da parte sua, il  Con.I.S.A. contribuisce alla realizzazione degli interventi esclusivamente in caso di presenza di minori nei nuclei famigliari, mentre il Comune aiuta le famiglie in difficoltà contribuendo al pagamento del 50 per cento del canone di locazione per tre mensilità, attivando le procedure da espletare presso il Con.I.S.A. che contribuirà al pagamento per il restante 50 per cento.
Aiuti che vengono erogati soltanto dopo un’attenta analisi dei singoli casi.

Bruno Andolfatto

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