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“La casa delle castagne”, esce oggi il nuovo romanzo di Pent. Il libro dello scrittore di S.Antonino dedicato alla valle e alle vicende del ‘44

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Esce oggi, giovedì 7 febbraio, l’ultimo romanzo del santantoninese Sergio Pent, probabilmente l’unico, tra gli scrittori di casa nostra, ad essere letto ben oltre i confini  valsusini, torinesi e piemontesi.  Un libro destinato al grande pubblico dei lettori su scala nazionale ma che, ancora una volta, ha come location la valle di Susa. Lo si intuisce già dal titolo: “La casa delle castagne”.
Il romanzo  esce con i tipi dell’editore senese Barbera che ha dato vita alla collana “centocinquanta” (gli anni dell’Unità d’Italia) dedicata al romanzo prettamente italiano rappresentato da autori provenienti da  ogni angolo dello Stivale.  Non poteva mancare Sergio Pent che giunge all’appuntamento con una vicenda su cui stava lavorando da tempo, ambientata sul finire dello scorso millennio.

 

Sergio Pent

E’ lo stesso Sergio Pent a darci qualche lume sulla vicenda narrata: “E’ il 1999 quando un guardaparco dell’Orsiera Rocciavré riceve un telegramma dalla Germania. Il messaggio è lapidario: il tedesco è morto. Da lì inizia a dipanarsi il racconto di una storia d’amore”. Già perché al centro del romanzo ci sono proprio loro, i sentimenti. “Anzi – precisa Pent – la precarietà dei sentimenti tra le persone e le certezze affettive del legame con la terra”. Chi vorrà avventurarsi nelle 230 pagine del libro potrà scoprire che il telegramma con la notizia della morte del tedesco è accompagnata dalla lettera di una certa Britta che rievoca quando accaduto nell’estate del 1990, quando “il tedesco tornò in valle di Susa per regolare alcuni conti in sospeso col passato”. Si scoprirà quindi che “il tedesco” era un ufficiale dell’esercito che comandava la truppe di occupazione nel 1944, anno in cui in Valle di Susa accadde un… fattaccio di cui sarà accusato”. Proprio nel luogo del fattaccio è riconoscibile il paese di S.Antonino. “Fatti e personaggi inventati”, precisa Pent.
Anche se lo sfondo storico della vicenda narrata è, come sempre, reale e attendibile. Di più non si può dire, se non rimandare alla lettura del libro, agli intrighi, ai dubbi, all’arrovellarsi dei sentimenti e delle situazioni.
Chi è Britta? Che relazione c’è (o c’è stata) tra lei e il guardiaparco nell’estate del ’90? Cosa capitò tra i nonni dei protagonisti, cioè del guardaparco e di Britta, in quel tragico ’44? Per saperlo bisogna procurarsi in libreria “La casa delle castagne” di Sergio Pent. Che ancora una volta ribadisce il suo attaccamento alla terra di Valsusa, luogo insostituibile della sua “geografia dell’anima”. “Mi intrigava molto – commenta – l’idea di raccontare la vicenda di un personaggio che nella vita avrebbe potuto fare tante altre cose e che invece ha scelto di rimanere radicato alla terra e al respiro di questa valle.

Il protagonista del libro poteva fare un sacco di cose: laurearsi e andare all’estero oppure aprire un albergo alle Maldive… o semplicemente fare il pendolare tra la valle e Torino. Lui invece ha scelto di rimanere qui, a far da concime alla sua terra…”

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