Cinque Comuni in campo per difendere la scuola. Dopo il taglio delle ore chiesto l’intervento del Ministro all’Istruzione
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Il consiglio comunale aperto in palesta |
Consiglieri Comunali e sindaci di cinque paesi, docenti e genitori: c’erano tutti giovedì 20 giugno in palestra a S.Antonino per prendere una posizione netta sulla decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di ridurre da tempo prolungato a tempo normale le due classi di prima media di Borgone e una delle tre prime di S.Antonino.
I consigli comunali di S.Antonino, Borgone, Villar Focchiardo, San Didero, Vaie hanno votato all’unanimità una delibera che chiede il ripristino delle classi a tempo prolungato. La delibera arriva qualche mese dopo le polemiche sulla mancata iscrizione di una bimba non vedente di San Didero (che ha frequentato le elementari nel comprensivo di Condove) a causa degli spazi inadeguati in una classe già in sovrannumero e con un altro allievo disabile.
Una vicenda che ha visto anche l’intervento dell’allora ministro dell’Istruzione Profumo che imponeva l’iscrizione della ragazza a Borgone con la creazione di un’altra classe “prima” che, fino a quel momento, era stata negata dall’Ufficio Scolastico Provinciale.
Nelle settimane scorse la contromossa dell’Usp che, nella determinazione degli organici, decideva di dar vita a due prime medie a Borgone, entrambe a tempo normale (29 ore settimanali al posto delle 37 del tempo prolungato). Con lo stesso “taglio” delle ore anche in una delle tre prime della media di S.Antonino.
“Nei giorni scorsi noi sindaci abbiamo incontrato la dottoressa D’Alessandro, responsabile dell’Usp – spiega il sindaco di S.Antonino Antonio Ferrentino – e le abbiamo proposto di trovare insieme una soluzione senza costi aggiuntivi. Non c’è stato verso, ha detto no a tutto”. Duro il giudizio del sindaco: “Raramente mi è capitato di riscontrare, in un funzionario statale, atteggiamenti tanto saccenti e spocchiosi”.
“Tra istituzioni bisogna collaborare, trovare insieme le soluzioni – ha rincarato Paolo Alpe, sindaco di Borgone – e qui si trattava di dare una risposta straordinaria a una situazione eccezionale; invece l’Ufficio Scolastico ha imposto le sue scelte senza neppure degnarsi di contattare i Comuni nonostante i solleciti di noi sindaci”.
“Le mamme e i genitori di San Didero – ha detto la sindaca Loredana Bellone – negli anni scorsi hanno lottato per tenere in piedi la primaria. E adesso si trovano di nuovo a lottare per difendere le medie. Dobbiamo agire insieme, perché una volta tolte le classi e ridimensionate le ore, queste poi non verranno mai più restituite”. “Quando andavamo a scuola noi non si parlava di tagli ma di miglioramenti. Ed è difficile far capire i disagi delle zone periferiche e montane agli uffici competenti, che stanno a Torino”, ha commentato Lionello Gioberto. Giudizi a cui si è associato senza riserve il primo cittadino di Villar Focchiardo, Emilio Chiaberto. Quindi il voto, unanime, dei cinque consigli comunali. E adesso? “Dobbiamo vincere questa battaglia insieme”, ha detto Ferrentino. “E non ci fermiamo qui – annuncia Paolo Alpe –, siamo pronti a manifestare, insieme ai cittadini, di fronte alle sedi torinesi del Ministero dell’Istruzione”. Adesso della questione dovrebbe occuparsene l’Ufficio Scolastico Regionale. E i sindaci, con una lettera, hanno chiesto l’intervento dello Ministro Maria Chiara Carrozza. Forse la soluzione, ancora una volta, arriverà da Roma.
Bruno Andolfatto