La solidarietà è anche… alimentare. Alle famiglie disagiate del paese: borse spesa dalla parrocchia e “voucher” dal Comune per gli alimenti freschi
La solidarietà con chi vive in situazioni disagiate, ai confini (se non oltre i confini) della povertà, può essere anche… alimentare. Lo sa la Parrocchia che, da tempo, distribuisce alle famiglie in difficoltà generi alimentari a lunga conservazione, come pasta, riso, conserve alimentari. Ma, per ovvi motivi, non può distribuire generi alimentari freschi, come pane, latticini, formaggio, uova, carni, insaccati, prosciutti, pesce anche surgelato, verdura e frutta. Alimenti che sono comunque indispensabili soprattutto nei nuclei famigliari in cui vi siano minori o anziani.
Di qui l’idea del Comune, partita nel 2014 e confermata per il 2015 con una recente delibera di Giunta, di integrare l’iniziativa della Parrocchia con la concessione di un buono mensile per consentire alle famiglie in situazioni di disagio economico, di poter acquistare i prodotti alimentari freschi.
I buoni mensili ammontano a 100 euro per le famiglie fino a quattro persone e a 150 euro per i nuclei con più di quattro componenti. I nuclei famigliari beneficiari dei buoni saranno individuati e segnalati al Comune dai servizi che ne attesteranno l’effettivo stato di bisogno. Ma come funziona il progetto? Alle famiglie bisognose viene consegnato un buono spendibile presso gli esercizi commerciali che aderiscono al progetto. Sarà poi il Comune a pagare direttamente ai commercianti gli importi dovuti, dietro presentazione di fattura. Il progetto, per il 2015, costa alle casse comunali 5 mila euro.