I ragazzi delle medie a MIlano contro la mafia
Gli studenti a Milano con Franco La Torre |
L’invito è arrivato all’inizio di maggio sulla scrivania di Susanna Tittonel, dirigente del Comprensivo di S.Antonino, all’inizio di maggio: partecipare con una delegazione di docenti e studenti dell’Istituto al Convegno “Palermo chiama Italia. Gli studenti in piazza per il XXIII anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio” .
Una notizia accolta con entusiasmo dalla preside e dagli insegnanti dell’Istituto che, spiega Susanna Tittonel, “mette al centro dell’offerta formativa proprio l’educazione alla cittadinanza attiva, alla responsabilità e alla legalità”.
Così la mattina di sabato 23 maggio gli studenti del Comprensivo di S.Antonino sono andati a Milano, una delle piazze coinvolte nell’iniziativa. .
Una data tragica e importante, il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci a Palermo in cui persero la Vita il magistrato Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e i poliziotti della scorta.
Una data che ogni anno viene ricordata da migliaia di studenti che partecipano al momento conclusivo del percorso di educazione alla legalità organizzato e promosso dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”
Quest’anno la manifestazione si ha coinvolto tante piazze d’Italia, in collegamento con Palermo.
Gli studenti del Comprensivo di S.Antonino hanno così asssistito allo spettacolo teatrale “Pio La Torre, orgoglio di Sicilia”,andato in scena nel Teatro Parenti e seguito da una conferenza dibattito con Franco La Torre (figlio di Pio La Torre, ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982) e Nando dalla Chiesa (presidente onorario di Libera e figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982).
Al centro del dibattito, l’iter della legge Rognoni-La Torre che ha introdotto in Italia il reato di associazione mafiosa e il principio della confisca dei beni.
Raccontano gli studenti santantoninesi: “Siamo stati colpiti dalla passione civile dei relatori che, da ragazzi hanno sofferto per la morte del padre, ma ne hanno tratto forza per continuare l’impegno, denunciando tutte le forme di omertà e di corruzione. Abbiamo capito che la mafia non è un fenomeno legato solo alle regioni del Sud, ma anzi trae forza dal potere del denaro e della politica corrotta, per cui è ben radicata al Nord”.
Poi c’è stato il collegamento televisivo in diretta con Palermo per ascoltare le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal presidente del Senato Pietro Grasso, dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, dal presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
“Siamo qui – ha detto Mattarella – per dire che la mafia può essere sconfitta e per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’umana convivenza. Per battere il cancro mafioso bisogna affermare la cultura della Costituzione, cioè del rispetto delle regole, sempre e dovunque, a partire dal nostro agire quotidiano”.
Nel pomeriggio, appuntamento accanto all’albero Falcone-Borsellino, nei giardini davanti al Liceo Volta.
La manifestazione con il ricordo di Falcone e Borsellino si è conclusa con le sirene dei vigili del fuoco che hanno suonato le loro sirene nell’ora esatta della strage ed il silenzio suonato da Raffaele Kolher.
I ragazzi del Comprensivo di S.Antonino hanno lasciato sull’albero una lettera della presidente dell’Anpi Elisabetta Serra: “Vogliamo guardare al futuro proprio per mantenere vivi gli ideali dei partigiani, la nuova Resistenza ora deve essere quella contro l’illegalità, la corruzione, le mafie”.
“In questa giornata ho capito quanto pericolosa sia l’omertà, principale alleato dei mafiosi” commenta un’allieva del Comprensivo di S.Antonino dopo la giornata a Milano. “La forza che viene a noi tutti dalle testimonianze del sacrificio di molti e dell’impegno di altrettanti è veramente grande”, aggiunge.
Giovanni Falcone diceva “Qualcosa si può sempre fare”. Una frase che ai ragazzi di S.Antonino è rimasta scritta nel cuore.