Coronavirus

Jacopo Suppo (Condove): “Non ci sono giornate tipo”

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Sindaci e Coronavirus


Jacopo Suppo, sindaco di Condove non vuol neppure sentir parlare di ‘giornate tipo’. ‘ Come sarebbe a dire? Ormai son tutte giornate tipo, una diversa dall’altra’.

Il tratto comune è ‘la frenesia. Mi sveglio al mattino e mi dico: iI problemi da affrontare sono questi, non più di 5 o 6. Poi, col trascorrere delle ore diventano 10. Alla fine di ogni giornata faccio un report e lo condivido sui social, non per mettermi in mostra ma perchè ho scoperto che aiuta tutti i condovesi, chiusi nelle loro case, a sentirsi parte del paese’. Ogni giorno, racconta Suppo, ci sono tante questioni, piccole e grandi e ‘ a volte non t’accorgi che un problema non è più o meno importante a seconda di come lo vedi tu ma lo è nella misura in cui è importante per la persona che lo sta vivendo’. Un esempio su tutti? ‘ Quello degli orti. Quanta gente in questi giorni ha telefonato per sapere se poteva o meno uscire per andare a coltivare il suo orto. Una cosa piccola? Solo in apparenza. Per molti è un modo di passare il tempo, di ‘scaricare’ tensioni, di pensare ad altro; per altri è addirittura un modo per avere un mezzo di sussistenza alimentare in più. Così ci siamo messi lì e abbiamo sfogliato le ‘FAQ’ sul sito del Governo e siamo arrivati a una risposta che abbiamo condiviso con i carabinieri e che conferma che andare a lavorare il proprio orto si può’. Già, la condivisione. Parola importante di questi tempi: con la ‘squadra’ che governa e amministra il paese, con gli altri sindaci, il Conisa, l’Asl, con le forze dell’ordine, con i livelli ‘superiori’ dello Stato. ‘ L’emergenza ci ha costretti ad affrontare problemi inediti, a costruirci delle competenze che mai ci saremmo sognati. Io ad esempio, con l’emergenza nella Casa di Riposo Bauchiero, sono diventato un piccolo esperto di Case di Riposo. Chi l’avrebbe detto?’. Che dire poi della Giunta e dei consiglieri di maggioranza? ‘ Eravamo già amici prima e lo siamo diventati ancor di più, ormai ci sentiamo una specie di famiglia allargata che ha anche i suoi momenti no, come le fasi in cui il morale scende o c’è il più classico degli scazzi, esattamente come in casa nostra’.

Poi spunta ogni tanto, dalla gente, la richiesta strana. Come quella della signora che si lamenta perchè ‘ davanti casa mia le piante non sono state potate bene’, oppure il tipo che fa: ‘ L’erba in quell’aiuola è troppo alta bisogna tagliarla’. Uno potrebbe anche arrabbiarsi ma se ci pensa scopre che ‘ si tratta di timidi ritorni alla normalità’.

Su tutto però vince il rapporto positivo con i cittadini: ‘ Proprio in momenti come questo si scopre che il nostro ruolo è di essere accanto a loro, nella chiarezza del linguaggio e con tanta comprensione emotiva ed empatia’.

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