Storia locale

Condove, se il Cinema va in fabbrica…

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Le date e gli orari ci sono, segnateli in agenda: venerdì 3 (ore 21) e sabato 4 luglio (ore 17 e 21) in un luogo che mai come in questo caso calza a pennello: lo stabilimento MW di Condove. Che poi é quello dove la vicenda del film ha avuto inizio nel 1906 con la fondazione delle Officine Moncenisio, dipanandosi fino al 1977.

Già, perché questo non è un film qualunque ma un documento, “un docu-film” anzi una “docu-fiction”; tutto dedicato alla nascita e alla storia della Moncenisio, e di una comunità, quella condovese, cresciuta intorno alla “sua” fabbrica.

Basta un dato a dimostrarlo: Condove nel 1901 contava 1.266 abitanti (contro i 1.700 di Frassinere e i 2.611 di Mocchie) diventati, con l’avvio e la crescita della fabbrica, 2.571 nel 1936 e 5.302 nel 1951. Difficile immaginare una tale crescita senza la Monce. Per il resto il titolo del film dice tutto: “Noi siamo i figli della Monce”. Chiara Bonavero, vicesindaca, lo esprime ancora meglio la mattina di sabato 13 giugno, in biblioteca, durante la presentazione del film: “ Condove è davvero figlia della Moncenisio”.

La genesi e la produzione della pellicola in proiezione venerdì 3 e sabato 4 luglio tra le mura della fabbrica è, a sua volta, una storia. Lo è per le più di 300 persone coinvolte nella raccolta delle testimonianze e nelle riprese. Lo è per la passione messa da chi l’ha realizzato, a partire dal regista factotum Luigi Cantore: “ Non solo il regista – dice il sindaco Jacopo Suppo – ma il muratore del film; uno dei più grandi lavoratori che mi sia capitato di vedere all’opera. Se dovesse essere retribuito a cottimo, la cifra sarebbe holliwoodiana”.

Poi ci sono le 49 interviste con i testimoni che hanno raccontato vicende ignote e quindi inedite, altrimenti destinate al dimenticatoio. Ancora: per le traversie incontrate lungo la strada della produzione e dell’uscita, con la pandemia e il lockdown dal quale gradualmente stiamo tutti uscendo. Alla fine lo sguardo è rivolto al domani, e quelle due magiche date che segneranno un passo importante nel ritorno alla normalità. Andrea Galli la mette sul piano del fato: “ Sono stato eletto presidente del Valsusa Film Fest il 29 febbraio. Poi c’è stata la decisione di programmare la “prima” del docufilm venerdì 17 aprile. Vien da dire che ce la siamo proprio andati a cercare”.

Dal fato alla scaramanzia: “ Che dire – riprende Galli ,non è che ci tenessi particolarmente a fare l’apripista delle manifestazioni dopo il lockdown, segnate da regole e prescrizioni severe, ma tant’è. Tocca proprio a noi”.

Poi due parole sull’idea del film, che “ nasce nel giugno 2018, in vista dei vent’anni dello spettacolo “Ti ricordi la Monce?” dell’attore e regista Marco Alotto, messo in scena tra le mura nel reparto falegnameria della fabbrica, e l’uscita di due volumi, “La Monce” di Giorgio Jannon ed Emanuela Sarti, e “Moncenisio, già Anonima Bauchiero” di Sergio Sacco. Un’idea quasi… telepatica che ha attraversato in simultanea la mia mente e quella di Luigi Cantore. Dall’idea alla progettazione il passo è stato breve. Nel marzo del 2019 il casting con un centinaio di persone che si sono proposte anche solo per fare le comparse, poi le prime scene girate e inserite a fine maggio nel trailer di presentazione. Fino al montaggio con la colonna sonora composta da Silvano Borgatta”.

A fine febbraio tutto era pronto, non restava che organizzare la “prima”. Ma una volta decisa, annota il sindaco Suppo, “ sul tetto del mondo è cascata la tegola del Coronavirus”; tutti chiusi in casa, distanziati e contatti solo sul web. Ora che la bufera sembra passata, la sfida viene rilanciata. La Magnetto Wheels ha messo a disposizione lo stabilimento che sarà il luogo ideale per rivivere la storia della Monce, dalla fondazione nel 1906 ad opera del Cavaliere Fortunato Bauchiero, alle vicende della produzione post bellica e della mitica autovettura Temperino, agli anni ‘60 quando la Moncenisio, divenuta il più grande stabilimento metalmeccanico della Valle di Susa, arrivò ad occupare più di mille dipendenti, fino alla mozione del 1970 contro la fabbricazione di armi. Vale quello che sta scritto nella presentazione del progetto del film: “ I condovesi di oggi sono un po’tutti figli e nipoti delle Officine Moncenisio, le esistenze di tante famiglie hanno ruotato per anni intorno alla vita della fabbrica e i loro tempi influenzati e scanditi, ancor più che dall’orologio, dal suono della sirena che faceva aprire e richiudere il grande portone di via Torino dove entravano e uscivano i lavoratori e le lavoratrici, come il soffio di aria di un ‘mantice’ che li aspirava ed espirava a ritmo regolare”.

Quella sirena che suonò per l’ultima volta nel 1977.

BRUNO ANDOLFATTO

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