Giovani, feste natalizie agli… arresti domiciliari
Saranno feste natalizie quasi da “arresti domiciliari”; per tutti ma soprattutto per loro: i giovani. Impossibile, o quasi, uscire per molti giorni, vedere e andare in giro con gli amici, frequentarsi, fare festa.
CON GLI AMICI CI VEDREMO UN PO’ DI… SFUGGITA”
Matilde Fiore ha 18 anni, vive a Vaie e frequenta la quinta liceo al Rosa di Susa. Con lei e un gruppo di suoi compagni, qualche settimana fa abbiamo parlato (e scritto su questo giornale) di didattica a distanza.
Ma fuori dall’aula scolastica (virtuale o reale che sia) e a poche ore dal Natale come vanno le cose? Le prime parole sono un po’ laconiche: “Bella domanda”, risponde.
“Natale lo trascorrerò con la famiglia e qualche parente ma il Capodanno è un capitolo ancora tutto da scrivere. Probabilmente mi metterò d’accordo con i miei amici e trascorreremo insieme on line un pezzo dell’attesa dell’anno nuovo. Ma ormai siamo abituati a fare così”. Per il resto “approfitto di queste ore prima che si entri in ‘zona rossa’ per vedere un’amica, uscire di casa e chiacchierare un po’”.
Insomma, i voli pindarici in queste vacanze di fine anno non sono proprio consentiti.
“Nei giorni ‘arancioni’ con qualche amico proveremo a incontrarci, a vederci un po’ di sfuggita. Poi le relazioni amicali saranno ‘gestite’ tutte on line”. Un po’ come la didattica a distanza, verrebbe da dire.
“In effetti un po’ è così. In fondo anche al termine delle lezioni, prima di ‘staccare’ la linea con i compagni passiamo qualche minuto a parlare”.
Già, la scuola. Capitolo già affrontato proprio sulle colonne di questo giornale. “Ma il 22, ultimo giorno prima di iniziare le vacanze natalizie è stato proprio triste. Eravamo abituati a portare un pandoro e ad ‘aprirlo’ in classe insieme a qualche altro dolce per fare un po’ di festa e scambiarci gli auguri. Tra l’altro questo è l’ultimo Natale insieme, visto che facciamo quinta e a giugno c’è la Maturità. Finite le lezioni, ci siamo salutati, abbiamo scambiato due parole e con il click di fine chiamata… tutto si è spento in modo un po’ brusco, quasi brutale. A scuola almeno c’era ancora il momento dell’uscita e del viaggio in pullman per scambiare ancora qualche parola, invece niente. Speriamo almeno che alla fine dell’anno si possa fare una festa per salutarci prima di prendere strade diverse”.
C’è un velo di tristezza nella voce di Matilde. “Sì, lo ammetto; sto un po’ patendo questa situazione ma non credo di essere l’unica. E’ davvero difficile. Prima in un batter d’occhio se decidevi di uscire e andare un po’ in giro con qualche amico potevi farlo senza pensarci troppo; oggi non è possibile e non lo sarà nei giorni delle vacanze”. Che cosa farai?
“Ora, nei momenti liberi leggo qualche libro…”
La sensazione di isolamento un po’ c’è. “ Sì, c’è la mia famiglia; ci sono i miei genitori. E sono importantissimi. Ma con gli amici è diverso, con loro ci si capisce meglio, ci si confida e ci si aiuta. A volte, quando sono in videochiamata, quasi mi sento imbarazzata perché sento la presenza dei miei e allora abbasso il tono della voce per non farmi sentire troppo”.
“MI MANCHERÀ IL CAPODANNO SULLA NEVE”
Alessia Cagnasso ha 19 anni, anche lei è di Vaie. Frequenta il secondo anno di università, facoltà di Scienze motorie e sportive. Tra le altre cose, gioca a calcio nella squadra del Torino Women di Pianezza come terzino destro. Quanto stai soffrendo le restrizioni dell’era Covid? “Sono indaffarata con l’università, passo molto tempo a studiare; questo mi assorbe parecchio ed è probabilmente la ragione per la quale non patisco più di tanto le restrizioni. Non devo più di tanto rinunciare a uscire proprio perché lo studio assorbe molte ore della giornata e anche della serata”.
Ma la fatica si fa sentire, eccome.
“Le lezioni sono a distanza e anche molti approfondimenti e consultazioni si fanno sul web e al computer e passare tutto il giorno davanti a uno schermo è faticoso, stanca molto sul piano fisico e mentale”.
Anche sulle relazioni “inizio a sentire la mancanza di una vita sociale. Non frequento più di tanto discoteche o locali ma inizia a mancarmi anche soltanto una passeggiata, una serata in compagnia di un’amica, un film visto al cinema”.
Alessia gioca a calcio. “Mi pesa molto la mancanza degli allenamenti che erano anche un’occasione di incontro. Questa primavera, durante il lockdown, compensavo andando a correre oppure giocando a calcio in cortile. Con l’autunno e la seconda ondata mi sono sentita demotivata, con poca o nessuna voglia di fare queste cose da sola. Prima invece all’allenamento ci andavo, ci fosse sole, pioggia o vento; adesso,
da sola, nelle poche ore libere preferisco starmene tranquilla e guardare la tv”.
E questo Natale come sarà?
“Lo trascorrerò in famiglia. Per fortuna ho anche un fratello e una sorella per cui non patirò certo la solitudine. Poi è vero, mancheranno gli amici ma questo sarà vero soprattutto negli altri giorni, in particolare l’ultimo dell’anno quando, con le amiche della squadra di calcio andavamo a giocare sulla neve a Sestriere e aspettavamo il passaggio all’anno nuovo”.
Cosa pensi di questo periodo? “ Certo, noi giovani ‘perdiamo’ pezzi di vita, di esperienza. Penso ad esempio a chi comincia nuovi percorsi di studio senza neppure incontrare di persona i nuovi compagni, senza poter interagire con loro più di tanto e condividere esperienze, aiutarsi reciprocamente. Qualche aspetto positivo c’è, ed è la riscoperta di piccole cose quotidiane che a volte diamo per scontate, come lo stare in famiglia”.
MANCHERÀ O SARÀ RIDIMENSIONATO LO SCAMBIO DEI DONI
Alessia Remolif ha 21 anni, abita a Chiomonte e frequenta il terzo anno di architettura. Anche per lei questo è tempo di “studio e lavoro di gruppo a distanza”. Le difficoltà non mancano. “I compagni di università sono quasi tutti lontani, chi abita a Ivrea, chi a Cuneo. Il nostro corso di studi esige molto lavoro di gruppo ed è normale che si diventi amici. Così, gli anni scorsi, era consuetudine vederci a Torino per un aperitivo insieme, per salutarci e scambiarci gli auguri prima delle feste natalizie. Quest’anno niente di tutto questo ed è una cosa che mi manca parecchio”. Del resto la situazione è quella che è; bisogna stare attenti: “Un’amica di università ha contratto il virus e ovviamente non ha più frequentato le lezioni in presenza, quando queste erano ancora possibili”. Già, la responsabilità e la salute prima di ogni altra cosa.
Poi c’è la vita qui, a Chiomonte e in valle di Susa.
“Mancherà o sarà molto ridimensionato lo scambio dei doni con gli amici e dovremo per forza di cosa scegliere altri modi per stare insieme, per comunicare, per farci gli auguri; cercheremo di rafforzare comunque la nostra amicizia”. Del resto, proprio questo tempo una cosa ce la sta insegnando: “A trascorrere del tempo ‘di qualità’, anche in videochiamata; a scoprire che parlarsi de visu e fare delle cose insieme è molto meglio che perdere tempo digitando su un cellulare. Insomma, anche questo tempo difficile può insegnarci qualcosa”. A perderci, però, sono le relazioni affettive: “Il mio ragazzo abita in bassa valle ed è distante 30 km. Secondo le regole, anche nei giorni in zona arancione non possiamo fare il viaggio per vederci. Avremo quindi poco tempo per stare insieme. Tra l’altro il 28 compie pure gli anni!”.
Poi c’è il Capodanno: “Il 31 dicembre passerò l’attesa del nuovo anno in famiglia; ci saranno due amici e due parenti”.
Il minimo consentito dalle norme. “Trascorreremo il tempo guardando un film o facendo qualche gioco da tavolo”.
Sperando in un 2021 migliore.
Bruno Andolfatto