Senza la Torino-Bussoleno la TAV è un’anatra zoppa
Non si sono solo le proteste dei No Tav – meno “numerose” ma sempre vivaci ogni qualvolta si apre un cantiere – ad agitare il cammino della Torino-Lione. Procedure e lavori sulla tratta transfrontaliera sono partiti ma il rischio è che a “incartarsi” sia la cosiddetta linea di adduzione, quella che collega Bussoleno all’interporto di Orbassano e a Torino; la tratta nazionale.
Una novità però c’è: il Governo italiano é intenzionato a apartecipare ai bandi UE per acquisire un contributo del 50% sul costo totale della Torino-Bussoleno. A farlo presente è il viceministro alle infrastrutture e mobilità sostenibile, il leghista Alessandro Morelli: “ In occasione della prossima riunione della Conferenza Intergovernativa in programma nelle prossime settimane, la delegazione italiana potrà negoziare il testo della decisione di esecuzione e quindi predisporre il dossier per eventuali candidature al fine di promuovere le azioni da presentare al primo bando europeo utile, che sarebbe nel giugno 2021, per il futuro cofinanziamento”.
Accanto all’intenzione politica non pare brillare tuttativa la determinazione visto che, per procedere, bisognerebbe riprendere i progetti rimasti congelati negli archivi di Rete Ferroviaria Italiana, il cui iter venne interrotto nel febbraio 2019 dall’allora ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (M5S), che non rinnovò l’incarico di commissario di governo per la Torino- Lione a Paolo Foietta.
Neppure il passaggio dal governo gialloverde a quello giallorosso, con l’avvento alle infrastrutture di Paola De Micheli (Pd), diede il necessario impulso a Rfi di riprendere il lavoro sui quei progetti senza i quali, peraltro, l’Italia rischia di perdere 750 milioni di future risorse comunitarie.
Fondi che verrebbero messi a disposizione dall’Ue attraverso un nuovo atto che garantisce il contributo europeo fino alla fine dei lavori, svincolandolo dai vincoli di bilancio settennali. L’accordo vale sia per il tunnel di base che per le tratte di accesso nazionale. Ma neppure la ripresa della progettazione potrebbe bastare ad aprire la trattativa con l’Unione Europea e con il governo francese. Il punto è che il nostro Governo, per procedere, deve assicurare che quei lavori abbiano copertura economica e che rientrino nella programmazione nazionale. Tutto questo mentre della Torino-Orbassano-Bussoleno non c’è traccia nei progetti da finanziare attraverso il Recovery Fund, e nemmeno nel programma Infrastrutture nazionali. Una situazione piuttosto complicata.
Così c’è chi, in parlamento (Nunzio Angiola di Azione), ha invocato la nomina di un commissario straordinario per la “Tav Bussol eno-Torino” e chi, come la parlamentare di Italia Viva, Silvia Fregolent, dichiara sia stato “ un errore non inserire la Bussoleno-Torino nel Piano nazionale di resilienza e ripresa, visto che altre tratte del corridoio 5 sono presenti”. Anche perché l’inserimento della Tav nel secondo elenco del Recovery Plan si porterebbe dietro la nomina, automatica, di un commissario. Insomma, al di là delle volontà politiche, il rischio è quello di veder nascere una Torino-Lione, oltre che contrastata, pure monca.