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Parla don Sergio Blandino, parroco a Sant’Antonino: “L’emergenza Covid ha creato seri guai a chi vive di lavoro precario”

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Una pattuglia di una dozzina di persone, generose e determinate. Sono i volontari della Caritas di Sant’Antonino.

Aiutare le persone e le famiglie in difficoltà, sostenerle con le borsedellaspesamaanchecon l’ascolto dei disagi e delle paure delle persone che attraversano questo tempo così difficile. Un tempo segnato dalla pandemia che ha stravolto le nostre vite, cambiato le abitudini, costretto molte persone ai margini della povertà. A dirlo più di ogni altra considerazione è una cifra:“ Da oltre vent’anni distribuiamo borse della spesa con beni alimentari e di prima necessità alle famiglie e alle persone in difficoltà economiche – racconta il parroco don Sergio Blandino -: dall’inizio della pandemia le richieste sono aumentate del 30%”.

Già, perché insieme ai drammi dei contagi, della malattia e della morte, “ l’emergenza Covid ha creatoseriguaiachivivedilavoro precario, a chiamata, ai lavoratori stagionali costretti all’inattività dal mancato via libera alla stagione sciistica. Un problema che ha coinvolto anche alcuni santantoninesi”. Ed ecco il proliferare delle buste della spesa (ciascuna del valore di circa 30 euro), attualmente consegnate, due volte la settimana, a una sessantina di famiglie.

Borse della spesa che vengono riempite e consegnate grazie alle iniziative del Banco Alimentare, alle raccolte di alimenti e beni di prima necessità organizzate periodicamente tra i clienti dei supermercati del paese. Iniziativa, questa, promossa in accordo con il Comune e che vede i giovani dell’oratorio e degli scout in prima linea insieme ad altre associazioni. Poi ci sono i beni raccolti e consegnati da singoli volontari.

Non è mancata anche qualche iniziativa “creativa”, come quella, racconta don Sergio, “ lanciata insieme al Comune proprio all’inizio della pandemia: le due ceste messe una in chiesa e l’altra davanti alla fontana del Comune dove chi voleva inseriva generi alimentari e di prima necessità e chi ne aveva bisogno li prendeva. Il tutto confidando nell’onestà delle persone”. L’iniziativa è durata i primi tre mesi della pandemia: marzo, aprile, maggio 2020.

Poi c’è il sostegno alle persone in difficoltà che sporadicamente bussano alla porta della parrocchia per ricevere aiuto nel pagare l’affitto o le bollette del gas e della luce. E c’è anche la Casa del Pellegrino che offre ospitalità a persone rimaste senza casa. Insomma,la Caritas di S.Antonino è in movimento perenne: “

Difficilmente , soprattutto nei momenti più duri, saremmo riusciti fare tutto questo se non ci fosse stato il sostegno economico della Caritas diocesana e della Cei, anche perché lo scorso anno per un lungo periodo non si sono potute fare le celebrazioni in presenza con conseguente mancanza delle offerte dei fedeli”.

Insomma, la parrocchia spendeva per aiutare le persone ma, “dettaglio” di non poco conto, “incassava” zero euro. Grande attenzione ai bisogni primari delle persone in difficoltà quindi. Ma anche all’ascolto dei loro problemi, delle loro paure, del non poter uscire, dei timori di contagiarsi e ammalarsi. Caritas, in fondo, è anche questo. Ed è anche mantenere, da quando èstato reso possibile, l’appuntamento con il catechismo, in chiesa, ragazzi e genitori insieme con le stesse regole. Caritas è stato non interrompere mai, per scout e oratorio, il contatto con i ragazzi e i giovani e riprendere gli appuntamenti in presenzanon appena è stato possibile. Caritas èanche pensare alla ripresa e all’estate con il ritorno dei “campi”. Caritas è tutto questo e altro ancora.

Bruno Andolfatto

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