Pietre, petardi e bombe carta contro i cantieri della To-Lione
SAN DIDERO Si è concluso il campeggio No Tav in quel di Venaus, iniziativa che il movimento definisce “ecologica” e “resistente”. Dibattiti e momenti di confronto si sono alternati ad assalti (definiti nel gergo No Tav ‘azioni di disturbo”) ai cantieri di San Didero e Chiomonte.
Poco dopo le 22 di venerdì 23 luglio, sul lato autostrada del cantiere, sono arrivati circa 150 attivisti che hanno iniziato (e poi proseguito) a lanciare razzi pirotecnici ‘conditi’ da pietre e petardi contro le forze dell’ordine che sorvegliano il cantiere di San Didero dove, secondo i piani di Telt e Sitaf, verrà realizzato il nuovo autoporto che sostituirà quello di Susa, destinato a ospitare la stazione internazionale e opere accessorie alla linea ferroviaria Torino-Lione. Mentre i lanci aumentavano di intensità, altri dimostranti battevano con le pietre sulle protezione metallica installata intorno al cantiere. Durante gli scontri, l’autostrada Torino-Bardonecchia e la Stale 25 sono rimaste chiuse per ore così da evitare che il fumo nella notte e i lanci di petardi e pietre potessero mettere a rischio l’incolumità degli automobilisti.
A coordinare l’attacco, secondo fonti Digos, sarebbero stati esponenti del Centro Sociale Askatsuna e del gruppo avrebbero fatto parte antagonisti provenienti da varie zone d’Italia.
L’attacco si è ripetuto nella notte tra sabato e domenica a Chiomonte che ha registrato ben tre attacchi nel giro di pochi giorni; il più ‘intenso’ proprio sabato notte, alla fine della settimana degli appuntamenti programmati dal movimento No Tav in occasione del campeggio di Venaus.
I “numeri” e i fatti sono quelli soliti: 150 attivisti sono sbucati dalla boscaglia per lanciare razzi pirotecnici, petardi, bombe carta, pietre contro le forze dell’ordine.
A un certo punto hanno cercato anche di tagliare con un flessibile una delle reti poste a protezione dell’area del cantiere. Gli agenti hanno risposto con lacrimogeni e gli idranti. I getti d’acqua hanno reso innocue le scintille che si spargono nella vegetazione.
Dalle pagine dei siti No Tav si scrive di “giorni intensi, entusiasmanti e necessari”.
“abbiamo dovuto maturare e imparare a rafforzarci per resistere all’offensiva giudiziaria e confrontarci poi anche su un piano, se così possiamo definirlo, più pratico e strategico per mettere in pratica le azioni di disturbo al cantiere di Chiomonte e, ad oggi, anche al fortino di San Didero perché la controparte vorrebbe materialmente impedirci di attraversare i luoghi storici della nostra lotta”.
Di segno opposto le parole di Daniela Ruffino (deputata di “Cambiamo”: ‘E’ Il terzo attacco in pochi giorni al cantiere della Torino-Lione a Chiomonte, con petardi e fumogeni contro le forze dell’ordine. Ogni anno il campeggio estivo, la vacanza dei no tav assume un costo e tensione in termini di difesa del cantiere per rispondere a veri e propri assalti di guerriglia”.
Ma questo, secondo Ruffino non è il vero volto della valle di Susa: “I valsusini – dichiara – attendono ripresa, salute ed occupazione. Gli antagonisti importati devastano e sono sempre più isolati. Attendiamo il termine del loro campeggio per una estate serena per la Valle’.
B.And.