Cronacacronaca

Dal 17 ottobre Valle di Susa a rischio ingorgo

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E’ già accaduto 23 anni fa, dopo la tragedia avvenuta il 24 marzo del 1999 quando l’incendio di un mezzo pesante che trasportava margarina provocò la morte di 39 persone e la chiusura del Traforo del Monte Bianco per tre anni. Il traffico, pesante e leggero, si spostò interamente sulla via di comunicazione che percorre la valle di Susa e la francese val de la Maurienne
Succederà di nuovo (stavolta per fortuna non a causa di un incidente) per tre settimane dal prossimo 17 ottobre e si ripeterà, una volta all’anno, per i prossimi quindici anni. Il tunneil del Monte Bianco chiuderà di nuovo e strade e autostrada che attraversano la valle di Susa si troveranno a ‘digerire’ di nuovo il traffico da e per la Francia .

Certo, il periodo sarà più corto (tre settimane) ma è già sufficiente per destare preoccupazione nella popolazione e tra gli amministratori locali.

Il rischio? Che in valle di Susa si crei un grande ingorgo con la A32 (interessata da consistenti lavori in corso che devono per forza essere terminati netro il 2025) costretta a sorbirsi il traffico insieme alle due strade principali, la SS 25 e la ex Statale 24, anche queste interessate da alcuni cantieri.

Una situazione non sopportabile”, come hanno rilevato in una lettera inviata al Prefetto di Torino Raffaele Ruberto i presidenti delle Unioni Montane della bassa valle (Pacifico Banchieri) e dell’Alta Valle (Mauro Carena. La situazione è grave e preoccupante, scrivono i due presidenti, visto che dal 6 settembre l’Anas ha pensato bene di chiudere per motivi di sicurezza il cavalcaferrovia tra Bussoleno e Susa. Se a questo si aggiunge che la Città Metropolitana dovrebbe chiudere il ponte sulla 24, il quadro desta più un motivo di inquietudine.

Così Banchieri e Carena chiedono al Prefetto “di vigilare affinchè i lavori previsti sul nostro territorio vengano svolti nel più breve tempo possibile ma sempre nel rispetto delle norme”. Il tempo stringe e il 17 ottobre è dietro l’angolo. .

Tunnel del Frejus,strade e autostrada dal 17 vedranno transitare circa il 70/80 per cento dei mezzi pesanti che abitualmente passano nel traforo del Monte Bianco (più o meno 600 mila mezzi all’anno) a cui si aggiungerà il 40% del traffico automobilistico privato.

Lo scenario non dovrebbe essere tanto diverso da quello che si era presentato nel 1999. La quantità di veicoli sotto il Frejus, dopo quel fatto passò da 708.352 a 1.159.892 vei coli con un aumento dei passaggi del 65%. Con una conseguenza sugli intoiti dei pedaggi incassati da Sitaf che aumentarono del 60,3% % cambiando il colore dei conti della Società fino a quel momento in rosso e che negli anni successivi registrarono attivi di 30 miliardi di lire. Mica bruscolini.

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